La rincorsa politica alle elezioni del 2018 si arricchisce di un nuovo capitolo che farà storcere il naso a molti addetti ai lavori: Pietro Grasso presenta all’assemblea romana della Sinistra Unitaria la lista ‘Liberi e uguali‘ della quale faranno parte i candidati di Mdp, SI e Possibile.
Lo stesso presidente del Senato si sente pronto a guidare questo nuovo progetto che rischia di far disperdere ancora più voti, come è spesso accaduto nella storia della Sinistra italiana: il PD continua a perdere pezzi e dalle macerie nascono nuove alleanze con l’obiettivo di destabilizzare la figura di Renzi e rendere impossibile un equilibrio che difficilmente tornerà bilanciato (anzi è impossibile secondo le parole di Massimo d’Alema: “Gli appelli all’unità sono tardivi e non accompagnati da scelte politiche e programmatiche conseguenti“).
Tutti vogliono la testa di Renzi
Se agli attacchi frontali ci aveva fatto l’abitudine da quando era entrato in politica, negli ultimi mesi il segretario del Partito Democratico ha dovuto guardarsi le spalle ed evitare anche il fuoco amico.
Il personaggio Matteo Renzi è sicuramente scomodo per una Sinistra Unitaria che non ha ancora accettato un’identificazione del partito con il singolo (esempio, Salvini con la Lega Nord) e sabotarlo è un’ipotesi che è stata presa più volte in considerazione: l’ennesima uscita di scena, quella di Grasso, getta nuove ombre su un progetto politico come quello del PD che si sta avvicinando a delle elezioni le quali mai quanto oggi assomigliano ad un rito funebre. Matteo Renzi rischia dunque un’ulteriore sconfitta dopo la batosta subita in Sicilia, per evitarla bisognerebbe trovare una soluzione ad oggi invisibile.
‘Liberi e uguali’, una lista fondata sul lavoro
L’ultima fatica di Pietro Grasso volge dunque verso un impegno unitario da parte della Sinistra distaccatasi dal PD con l’intento di creare una coalizione ‘plurale ma orientata al governo su di una piattaforma basata sul tema del lavoro‘, secondo le parole di Pier Luigi Bersani.
La direzione intrapresa suona anche come un campanello d’allarme, un’invocazione quasi naturale ad unire le forze per cercare di sconfiggere una destra ‘regressiva e sottovalutata‘ che prende sempre maggiore quota a discapito di una Sinistra dilaniata da una guerra intestina senza vincitori.
Le basi sono state poste questa mattina ma la credibilità si acquisisce solo con il tempo, presenza ingombrante che ricorda la scadenza delle elezioni.