Un tema fondamentale cala sul tavolo delle ultime notizie in materia di pensioni oggi 28 aprile 2017. Si tratta della pensione di garanzia che è stata avanzata dai sindacati e che verrà portata sul tavolo del confronto con il Governo il prossimo 4 maggio quando inizierà la cosiddetta fase 2 della Riforma che ancora è però in forte ritardo. Infatti le stesse organizzazioni sindacali denunciano che i decreti attuativi ancora non sono stati pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale nonostante la data di partenza del 1 maggio sia ormai alle porte.
RIFORMA PENSIONI: DECRETI ATTUATIVI IN RITARDO
Si avvicina il 1 maggio, ma i ritardi che stiamo denunciando da oggi in materia di riforma pensioni diventano sempre più consistenti. I decreti attuativi, tranne quello relativo all’Ape Sociale, ancora non sono stati pubblicati in Gazzetta Ufficiale e quindi non c’è un’ufficialità su come effettivamente queste misure anticipatorie della pensione possano effettivamente esperire la loro concreta attività. I sindacati sono sul piede di guerra per tutti questi ritardi che non vengono affatto incontro a quanto era stato deciso nei vari tavoli intergovernativi che sono stati convocati nelle fase preliminari. Si spera che nelle prossime ore ci possa essere una schiarita anche se ormai tradiva.
RIFORMA PENSIONI: LA PENSIONE DI GARANZIA
Nel frattempo le stesse organizzazioni sindacali hanno rilanciato un tema che era stato già affrontato in passato e che riguarda la cosiddetta pensione di garanzia. Infatti in attesa delle ripresa dei tavoli negoziali con il Governo i sindacati hanno fatto sapere che la prima richiesta che verrà fatta all’esecutivo nella Fase 2 che si dovrebbe aprire il prossimo 4 maggio è un trattamento pensionistico, rivolto ai giovani, che non debba scendere sotto una soglia minima che è garantita: se succede questo è lo Stato che deve intervenire per cercare di riportare l’assegno entro quel minimo stabilito per legge. Una prestazione che verrebbe a riguardare tutti coloro che hanno iniziato a lavorare con il sistema contributivo nel 11996 e che quindi andranno in pensione nel 20240 quando avranno raggiunto 44-45 anni di anzianità e 69 anni d’età. L’obiettivo è ottenere il 60 per cento dell’assegno pensionistico del salario medio di una persona vicina al pensionamento, che era poi lo stesso del protocollo sul welfare del 2007. Tradotto in cifre, circa 15mila euro l’anno, cioè 930 euro mensili (netti).
PENSIONE DI GARANZIA: IL COMMENTO DELLA CGIL
Sul tema pensione di garanzia significativo è il commento che all’interno di rassegna Sindacale ha voluto rilasciare la Cgil per far capire che non si tratta di una proposta di bandiera ma che è qualcosa di concreto che deve essere applicato: “La pensione di garanzia, definiamola anche pensione per i giovani, è sicuramente “la priorità” e ci auguriamo che il confronto abbia uno sbocco. Per noi è naturale partire da questa idea che negli anni si è sedimentata attraverso un lavoro comune con la nostra organizzazione. Non è una proposta di bandiera: è un contributo interessante a cui molti possono fare riferimento per la discussione. Noi vorremmo legarla al coinvolgimento dei giovani. Siamo preoccupati per l’atteggiamento di rassegnazione esistente, vogliamo fare un’operazione di carattere culturale anche con le associazioni studentesche. E allo stesso tempo vogliamo contrastare l’idea bizzarra secondo cui tutto si può risolvere con la decontribuzione”.