Prestito cambializzato: come funziona e perché può essere una valida alternativa

Quante volte ci è capitato di imbatterci in un annuncio online che riportava, magari fra le altre cose, “offro prestito cambializzato”, facendo poi riferimento alle cambiali, una parola che, nel corso del tempo, è stata caricata, nell’immaginario comune, di valori negativi senza nemmeno che se ne conoscesse il significato reale. Ecco, in Italia, troppo spesso il mondo dei prestiti, e in verità della finanza in generale, è molto poco noto e quelle che sono semplici operazioni che, in alcune fasi della vita, potrebbero tornarci utili, non vengono nemmeno prese in considerazione.

Oggi parleremo in maniera approfondita proprio dei prestiti cambializzati. Partiamo subito col dire cosa sono.

Si tratta di prestiti, appunto, non finalizzati, ciò vuol dire che non c’è necessità di comunicare il motivo per cui sono richiesti. Prendono il nome da “cambiale”. Ma cosa sono le cambiali? Sono semplicemente delle rate che il debitore si impegna a versare, mese dopo mese, alla banca, all’ente creditizio, al privato che ha effettuato il finanziamento. Nel prossimo paragrafo andremo più nel dettaglio.

Cos’è la cambiale, vediamoci chiaro

Come abbiamo appena detto, le cambiali sono le rate che il debitore deve versare al finanziatore, alla scadenza, ogni mese. La cambiale però è un titolo di credito che permette al creditore di riscuotere le cifre prestate e di saldare il debito in modo molto più rapido e facile. Ecco perché il prestito cambializzato è, almeno in teoria, molto più accessibile di altre forme di finanziamento.

L’ente creditizio o il privato, infatti, in caso di mancato versamento delle rate, potrà procedere con l’immediato pignoramento dei beni del debitore, presentando la cambiale ad un notaio. Il debitore, quindi, come si dice abitualmente in questi casi, verrà “protestato”. Altra informazione da tener presente è la modalità in cui viene emessa la cambiale che può essere in “tratta” o “pagherò”. Ma cosa vuol dire? Scopriamolo.

Cambiale tratta e pagherò, le differenze

Iniziamo dalla “cambiale pagherò”, che è quella più comune. In questo caso intervengono solo due soggetti: l’emittente, ossia il debitore, e il beneficiario. È l’emittente che, appunto, emette la “cambiale pagherò”, in cui si certifica che, secondo una certa scadenza, verrà saldata la somma di denaro al beneficiario.

Nella “cambiale tratta”, di solito, intervengono tre soggetti: il traente, il trattario e il beneficiario.

Il traente è la parte che sottoscrive la cambiale e ordina al trattario, suo debitore, di pagare la cifra indicata. Il trattario riceve l’ordine di pagare, solo se accetta, però, quanto scritto nella tratta. Il beneficiario invece è colui che riscuote la somma che viene riportata sulla cambiale. Solitamente, il traente è un debitore del beneficiario, a sua volta.

Facciamo un esempio per chiarire ogni dubbio: il signor Mario ha un debito con il signor Alberto e un credito con il signor Giovanni. A questo punto, il signor Mario ordina al signor Giovanni di saldare il debito con il signor Alberto, al posto suo.

È fondamentale indicare, sulla cambiale, tutte le informazioni necessarie, come la scadenza, il luogo di pagamento, i dati dei soggetti coinvolti, la data e il luogo dell’emissione della cambiale, l’ordine incondizionato di pagare la cifra stabilita, ovviamente l’importo e il bollo che dà esecutività alla cambiale.