La Camorra una realtà con la quale convivere o un male da estirpare? La risposta sembra semplice a primo acchito ma non lo è in una città come Napoli e dintorni dove la mancanza di lavoro, la dispersione scolastica, un carente stato sociale sono elementi determinanti per trovare nuova linfa alla Camorra che si propone come l’alternativa allo Stato troppo assente e che non offre nulla per poter vivere.
La realtà napoletana, ma anche quella dell’hinterland, è purtroppo caratterizzata da una risposta a questa domanda che non può essere positiva come potrebbe apparire. Infatti come denunciato più volte, ultimamente dalla Cgil Campania, alla storica camorra si aggiunge la micro delinquenza.
Nel rapporto diffuso dall’organizzazione sindacale e che fa principalmente riferimento alla situazione Camorra nella città di Napoli si legge: “Tutte le attività commerciali sentono il peso della costante presenza dell’agire camorristico, a partire dall’usura, al racket, alle rapine e alle estorsioni che logorano le attività commerciali, mentre le ‘stese’ seminano il terrore verso quanti provano a resistere”.
Una soluzione a stretto giro di posta si deve ritrovare nel contrasto alla criminalità, ma alla lunga tutto questo non basta perché poi bisogna mettere in campo seri piani di vivibilità socio-economica di cui la città è carente: altrimenti alla domanda posta all’inizio del pezzo la risposta non varierà rispetto a quella che attualmente viene data da chi vive la quotidianità della città partenopea.