Sardegna in protesta. Proprio così, i pastori sardi sono in rivolta per dire ‘basta’ al prezzo irrisorio con cui gli industriali pagano i produttori per un litro di latte di capra e pecora. Il prodotto viene pagato solo 60 centesimo al litro: per i pastori quel prezzo non è sufficiente neanche a coprire le spese di produzione, comportando in tal modo la possibile chiusura le 12 mila aziende del settore nell’isola.
In soli pochi giorni l’hashtag #pastorisardi è diventato virale. E girano video in cui i pastori aprono le cisterne e fanno scorrere a terra il latte.
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— #PastoriSardi (@FabManuelMulas) February 12, 2019
L’intervento del Governo
Il Governo deve intervenire. Si può riassumere così l’incontro tenutosi tra Felice Floris, leader del movimento dei pastori sardi, e Giuseppe Conte, in visita a Cagliari. Il prossimo vertice è previsto per il 21 febbraio, al quale dovrebbero partecipare tutti gli operatori della filiera del latte, inclusi rappresentanti dei pastori sardi.
L’annuncio arriva in seguito al vertice tenutosi presso l’aeroporto militare di Decimomannu ed al quale, oltre a Conte, hanno partecipato il ministro dell’Agricoltura, Gian Marco Centinaio e la ministra per il Mezzogiorno, Barbara Lezzi.
“Il 21 febbraio alle 11.30 ci sarà un tavolo di filiera – ha dichiarato Conte in prefettura – e adesso saranno allo studio delle misure per venire incontro alle richieste dei pastori”. Nel frattempo, il ministro Centinaio ha ribadito come richiesta la sospensione dei blocchi stradali in vista della riunione ed ha detto che il Governo parlerà con l’Unione europea per verificare la possibilità di forme di sostegno che non rientrino sotto la forma, vietata, dell’aiuto di stato.
I dati dell’Ismea
Secondo il report elaborato da Ismea, ossia l’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo e Alimentare, il prezzo del latte ovino in Sardegna ha subito un ulteriore calo nelle prime settimane di febbraio, attestandosi sui 60 cent/litro (iva inclusa). A gennaio, invece, il prezzo medio registrato è stato pari a 62 cent/litro Iva inclusa, corrispondenti a 56 cent iva esclusa. Nello stesso mese i costi di produzione Iva esclusa hanno raggiunto i 70 cent/litro, segnando un margine negativo per le aziende produttrici di 14 cent/litro.
Il ribasso del prezzo del latte è stato il motivo scatenante della protesta degli allevatori sardi. Proprio per questo il presidente della Copagri Franco Verrascina ha ribadito:
Mentre la produzione di latte ovino cresce, i consumi interni e le esportazioni calano drammaticamente, e le remunerazioni ai pastori ristagnano, con prezzi compresi tra i 55 e i 60 centesimi al litro, che non bastano nemmeno a coprire i costi di produzione e sono ben lontani dalla forbice richiesta dai produttori, compresa tra 90 centesimi e 1 euro al litro”.
La solidarietà
Tante aziende di formaggi hanno sospeso la produzione per solidarietà ai pastori che ieri avevano lanciato un ultimatum alle istituzioni: infatti se non si troverà subito una soluzione sul prezzo del latte bloccheranno i seggi in tutta l’isola per le elezioni regionali del 24 febbraio. Anche il Cagliari Calcio ha espresso la propria vicinanza agli allevatori in protesta, recatisi davanti ai cancelli del centro sportivo di Assemini durante l’allenamento della squadra in vista della partita di domenica contro il Milan, persa poi per 3-0.
Inizialmente, i pastori avevano invitato i giocatori cagliaritani a non giocare il posticipo con il Milan, ma grazie alla mediazione del direttore generale del club, Mario Passetti, la situazione è tornata alla normalità. Barella, Ceppitelli, Joao Pedro e Deiola e poi il resto del gruppo hanno gettato a terra dei bidoni contenente del latte. Si tratta di un gesto simbolico non indifferente al quale si è accompagnata la sfilata della squadra scesa in campo con una maglietta bianca (riferimento al latte) in cui si leggeva: “SOLIDARIETÀ AI PASTORI SARDI“.