Consegnate le firme per istituire un referendum sulla modifica costituzionale inerente al taglio dei parlamentari: hanno firmato 71 senatori
Nonostante la riforma costituzionale che prevedeva un taglio dei parlamentari sia passata a larga maggioranza sia alla Camera che al Senato, si terrà comunque un referendum popolare per confermare l’esito di tale provvedimento, prima che venga cambiato l’articolo costituzionale di riferimento.
Il referendum si terrà perchè entro la scadenza di legge prevista dalla Cassazione è stata raggiunta la soglia di 64 senatori richiedenti la consultazione. A firmare sono stati 71 senatori: alcuni si sono aggregati all’ultimo minuto, proprio quando la raccolta firme sembrava essere fallimentare. In particolare è stata decisiva l’adesione di due ex M5S, Grassi e Urraro, da poco passati alla Lega e di alcuni esponenti di Forza Italia.
L’iniziativa fallita dei Radicali
I Radicali hanno da tempo chiesto a gran voce che si arrivasse alla consultazione popolare, ma la loro raccolta firme è stata – a dir poco – fallimentare. Com’è noto sarebbe stato necessario consegnare 500 mila firme, mentre il gruppo che è confluito in +Europa ne ha raccolte solo 669. Nonostante tutto i documenti sono stati comunque consegnati in Cassazione. Dicono dai Radicali:
Abbiamo dato il nostro contributo affinché anche la gamba istituzionale, quella della raccolta delle firme tra i senatori andasse a buon fine. Dobbiamo innanzitutto ringraziare la Lega per aver raccolto il nostro appello e i senatori firmatari per aver consentito che si tenga il referendum
L’irritazione del Movimento 5 Stelle
Il malcontento maggiore arriva dal Movimento 5 Stelle, in particolar modo per la firma di alcuni senatori della Lega, oltre a quelli da poco passati al gruppo parlamentare di Matteo Salvini. Tuttavia i Cinque Stelle si dicono pronti alla campagna referendaria su un tema che rimane cavallo di battaglia del partito:
Non hanno resistito alla voglia di tenersi strette le poltrone e a quanto pare è arrivato l’aiutino della Lega. Non vediamo l’ora di dare il via alla campagna referendaria per spiegare ai cittadini che ci sono parlamentari che vorrebbero bloccare questo taglio, fermando così il risparmio di circa 300mila euro al giorno per gli italiani che produrrebbe l’eliminazione di 345 poltrone