Perché il referendum sul taglio dei parlamentari? Come funziona, quorum e data

Il quesito del referendum è confermativo: chi vota “Sì” approva l’entrata in vigore del taglio dei parlamentari; un “No” ne decreta l’abrogazione

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Settembre sarà un mese cruciale per stabilire se sia o meno opportuno ridurre il numero dei parlamentari. Proprio per questo è stato indetto un referendum col quale gli italiani saranno chiamati a votare e quindi pronunciarsi se a favore o contro: in caso di “Sì” i parlamentari passerebbero da 630 a 400 mentre i senatori si ridurrebbero a 200 rispetto ai 315 stabiliti.

La legge costituzionale, voluta fortemente dal Movimento 5 Stelle, è stata approvata nell’ottobre 2019 dal Parlamento seppur senza la canonica maggioranza qualificata dei due terzi. Quanto alla richiesta del referendum, essa è stata avanzata da 71 senatori, come prevede la legge costituzionale. L’adesione alla raccolta firme è per la maggior parte a trazione del centrodestra, con 42 di Forza Italia e 9 della Lega.

Referendum taglio dei parlamentari: come funziona?

Passiamo adesso alla modalità del referendum. Premesso, il quesito è confermativo: chi vota “” approva l’entrata in vigore del taglio dei parlamentari; un “No“, invece, comporta l’abrogazione della legge.

Quesito e quorum

Sulla scheda leggerete il seguente quesito: “Approvate il testo della legge costituzionale concernente modifiche agli articoli 56,56 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari, approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana – Serie generale – n. 240 del 12 ottobre 2019?”.

A questa domanda l’elettore dovrà risponde “Sì” o “No”: il Sì decreta la riduzione del numero dei parlamentari; viceversa, il “No” implica l’abrogazione della legge costituzionale.

Altro nodo cruciale è il quorum, ossia il numero di partecipanti o elettori necessario affinché una votazione sia valida. Il referendum non lo prevede e dunque non è ammessa alcuna soglia minima di votanti da raggiungere affinché la votazione sia valida. L’obiettivo dichiarato è stabilire l’entrata o no della legge costituzionale indipendentemente dal numero dei cittadini che andranno a votare.

Perché votare “Sì”?

Una vittoria del “Sì” comporterebbe anche la modifica dell’attuale legge elettorale in vigore, il Rosatellum, ridisegnando in tal modo i collegi. Scopo del governo sarebbe quindi la realizzazione di un nuovo sistema di voto, con il duo PD-M5S che ha proposto un proporzionale puro denominato Germanicum.

Quali sono le motivazioni? Eccone alcune:

  • risparmio all’anno di 100 milioni l’anno per un totale di 500 milioni in una legislatura;
  • diminuzione della frammentazione dei gruppi parlamentari;
  • “alleggerimento” ed efficienza del Parlamento.

Perché votare “No”?

Votare “NO” equivarrebbe a confermare il numero attuale dei parlamentari: 630 deputati e 315 senatori elettivi escludendo quelli a vita. I partiti politici a favore sono +Europa, Azione, Sinistra Italiana, Volt Europa, MAIE, Unione di Centro, Partito Socialista Italiano, Europa Verde, Vox Italia e Centro Democratico.

Quali sono le motivazioni di chi procederà in tal senso? Ecco quelle principali:

  • risparmio di 82 milioni all’anno (53 milioni alla Camera e di 29 milioni al Senato), che poi si abbasserebbero a 57 milioni (285 a legislatura) in quanto va considerato lo stipendio netto;
  • riduzione sproporzionata della rappresentanza di interi territori:
  • riforma considerata come una sorta di “punizione” nei confronti dei parlamentari;
  • indebolimento della liason tra elettori ed eletti;
  • il problema parlamentare è una questione di quantità e non di qualità;
  • riscrittura dei regolamenti parlamentari;
  • possibile modifica della Costituzione in seno all’elezione del Presidente della Repubblica, riequilibrando così il rapporto numerico tra parlamentari e delegati regionali.

La data

Gli italiani voteranno il 20 e il 21 settembre 2020. La data del referendum, previsto inizialmente il 29 marzo scorso, è slittata a causa dell’emergenza coronavirus.

Chi lo ha proposto

A promuovere l’iniziativa sono stati i senatori Tommaso Nannicini (Pd), Andrea Cangini e Nazario Pagano di Forza Italia. Le 71 firme dei parlamentari sono state depositate il 10 gennaio scorso in Cassazione sbloccando così l’iter referendario necessario.

Scritto da Veronica Mandalà

Palermitana d'origine, amo scrivere di tutto e osservare la realtà a 360 gradi.