Roberto Formigoni è stato condannato a sei anni e ad una confisca di 6,6 milioni di beni, dopo che i giudici della decima sezione del Tribunale di Milano lo hanno ritenuto colpevole del reato di corruzione nel processo con al centro la fondazione pavese Maugeri che si occupa in particolare di riabilitazione in campo sanitario.
La condanna, tra le altre cose, comprende inoltre sei anni di interdizione dai pubblici uffici e un versamento di una provvisionale alla Regione Lombardia, per danni procurati. I pm che hanno sostenuto l’accusa, Laura Pedio e Antonio Pastore, non hanno voluto rilasciare commenti. Ma fuori dall’aula, subito dopo la lettura della sentenza, si sono abbracciati, felici del successo del loro capo di imputazione.
Tra i beni sequestrati a Formigoni, anche il 50% della celebre Villa in Sardegna, il cui acquisto è stato uno dei punti più nevralgici dell’intera inchiesta, in quanto, la stessa villa pare sia stata acquistata con documenti falsi e procedure fuori legge.
Formigoni però non ci sta, sostenendo che la pena riservatagli sia assolutamente ingiusta e ha così commentato alla fine della sentenza che lo ha visto condannato: “Ritengo assolutamente ingiusta la sentenza e la impugnerò, dimostrando la mia totale innocenza alle accuse di cui sono stato condannato. Sono amareggiato ma sereno, perché ho la coscienza pulita del mio operato di anni alla Regione Lombardia, sono sempre stato pulito e lo dimostrerò”.