Sabrina Ferilli nei primi mesi di quest’anno si è decisa a denunciare gli atti persecutori provenienti da un suo corteggiatore di 68 anni residente nel viterbese. Dal 2009 l’uomo avrebbe preso a seguire in maniera sempre più crescente le vicissitudini di vita dell’attrice, intensificando il suo interessamento negli ultimi 5 anni.
Sabrina Ferilli Stalking: cosa è successo
Le ha inviato centinaia di lettere e spedito a casa mazzi di fiori e regali, l’ha appostata nei luoghi dove la stessa si recava abitualmente e perfino pare in vacanza a Ischia dove la Ferilli ha una villa e si trovava insieme al marito Flavio Cattaneo. L’uomo, Carlo Neri, fingeva nel suo paese, di essere amico dell’attrice e si è comportato nei confronti della diva come fosse il fidanzato, fino a quando durante uno dei suoi appostamenti non avrebbe cercato di prenderla per un braccio.
La denuncia di Sabrina Ferilli
Evidentemente quest’episodio, assieme alle ricorrenti sortite del sessantottenne ha spinto la Ferilli a denunciare i fatti alla Procura di Roma dove sono partite le indagini ed è stato disposta a febbraio la misura cautelare consistente nel divieto di avvicinamento nel raggio di 500 metri. Pare che l’uomo durante gli interrogatori dei magistrati si sia mostrato pentito dei suoi gesti ed abbia chiesto scusa.
Ciò non toglie che per spingere la Ferilli a denunciare i fatti, nella sua condotta non siano ravvisabili i requisiti del reato di stalking, ovvero la provocazione di gravi stati d’animo di ansia o di paura, o il fondato timore per l’incolumità propria nonché alternativamente l’alterazione delle abitudini di vita. Il reato di atti persecutori è punito a norma dell’art. 612 bis del codice penale con la reclusione da 6 mesi a 4 anni e, nelle more dei processi, possono essere disposte misure cautelari, come quella ottenuta dalla Ferilli, consistente come detto nel divieto di avvicinamento.
Casi simili
Travestirsi da supereroe e piombare nei pressi dei luoghi frequentati dall’attrice non devono essere state esperienze gradite all’attrice, come oggettivamente, certe condotte sui generis ed insistenti, richiedono in molti casi, di non essere sottovalutate. Un’analoga esperienza è successa alla conduttrice rai Monica Leofreddi, che in molte occasioni ha dichiarato pubblicamente di essere rimasta gravemente turbata da un uomo che per molti anni dal 2010 ha commesso nei riguardi della sua vita privata, atti molto invasivi come voler ottenere il riconoscimento o l’affido del figlio della giornalista. Gli atti persecutori dello stalker della Leofreddi hanno portato ad una condanna del persecutore ad un anno e sei mesi di reclusione.