Scandalo Magistrati italiani: cosa è e quali sono le conseguenze

Il Presidente Mattarella ha invocato elezioni suppletive fissate per i giorni 6 e 7 ottobre 2019

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Una bomba dagli effetti devastanti è scoppiata all’interno del Consiglio Superiore della Magistratura italiana, da settimane al centro della bufera per gli scandali che la stanno destabilizzando.

Protagonista principale di questo inaspettato coup de théâtre è Luca Palamara, ex presidente dell’Anm (Associazione Nazionale Magistrati) ed ex membro del Csm, accusato di corruzione, e da cui sono partite le indagini che stanno mettendo a soqquadro la macchina della giustizia, mai così inceppata come negli ultimi tempi.

Per comprendere il cosiddetto ‘scandalo CSM’ occorre sviscerare, senonché, analizzare i punti salienti che ne stanno a monte, quali:

  1. Inchiesta su Luca Palamara;
  2. Magistrati coinvolti;
  3. Mattarella invoca elezioni suppletive.

Inchiesta su Luca Palamara

Come appena anticipato, lo scandalo parte dall’ex presidente Anm Luca Palamara e membro del CSM, a cui vengono contestati addebiti inerenti regali (anche in denaro) ricevuti da alcuni personaggi influenti, con cui intratteneva rapporti di amicizia, in cambio delle ‘aggiustatine’ in alcune sentenze.

Oltretutto Palamara è accusato di aver cercato, una volta venuto a conoscenza delle indagini a suo carico, d’influenzare la nomina del prossimo procuratore capo di Perugia: difatti la procura perugina ha competenza sulle indagini che riguardano i magistrati romani. Non solo, nel tentativo di rafforzare la propria posizione, il magistrato voleva scegliere anche il successore del procuratore capo Giuseppe Pignatone, in pensione dall’8 maggio.

Chi sono i magistrati coinvolti

Nelle indagini sarebbero coinvolti anche altri magistrati, tra i quali i consiglieri del Csm dimissionari Luigi Spina, Gianluca Morlini e Antonio Lepre e gli autosospesi Corrado Artoni e Paolo Criscuoli, che avrebbero intrattenuto rapporti e partecipato a diversi incontri con lo stesso Palamara ed esponenti del mondo politico con un consolidato obiettivo: pilotare nomine e promozioni.

Come a voler rieccheggiare i fantasmi del passato stragista del ’92, il mondo politico sarebbe implicato nello scandalo, sebbene nessuno è indagato per il momento. I profili che emergono dalle indagini sono quelli dei deputati del PD Luca Lotti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio nel governo di Matteo Renzi e ministro dello sport nell’esecutivo guidato da Paolo Gentiloni, e Cosimo Ferri.

Il riferimento, secondo la Procura di Perugia, va ad un‘intercettazione telefonica fra Palamara e Lotti, nella quale avrebbero discusso delle pressioni per la nomina del successore a capo della procura di Roma di Pignatone.

Inoltre, in seno alle nomine dei nuovi capi delle procure, viene palesato il possibile trasferimento di Creazzo, attualmente a Firenze e che, in quanto reggino, avrebbe visto come un favore lo spostamento a Reggio Calabria, mentre si sarebbe trattato di “liberare Firenze” in seguito all’inchiesta promossa dallo stesso Creazzo a carico dei genitori di Matteo Renzi.

Palamara si difende

Luca Palamara si difende dalle accuse: “Voglio dimostrare che non sono e non sarò mai un corrotto e che non sono mai stato eterodiretto da nessuno nelle mie scelte. In una seconda fase chiarirò i miei rapporti con Cosimo Ferri, Luca Lotti e altre persone con le quali, viste le cariche che ho ricoperto dal 2008 in poi, ho avuto frequentazioni. Chiederò, però, che il mio nome non venga strumentalizzato per qualsiasi vicenda. Non sono mai stato collaterale a nessun partito politico e mai ho svolto incarichi fuori ruolo di diretta dipendenza politica”.

Palamara afferma di non aver mai in discussione il suo “rispetto per la carica istituzionale del vice presidente del Csm e più in generale delle prerogative dei singoli consiglieri. Non ho mai piegato la mia funzione a fantomatici interessi del gruppo Amara, della cui attività sono totalmente all’oscuro avendo avuto rapporti di amicizia e frequentazione esclusivamente con Fabrizio Centofanti”.

E su presunte vacanze e regali vari ricevuto da alcuni esponenti influenti, Palamara ha dichiarato di aver consegnato ai pm di Perugia che stanno indagando su di lui una memoria difensiva con “tutti i dettagli sulle spese sostenute dal 2011 a oggi: estratti conto, prelevamenti e ogni movimento bancario”.

Scritto da Veronica Mandalà

Palermitana d'origine, amo scrivere di tutto e osservare la realtà a 360 gradi.