Sciopero ArcelorMittal 8 Novembre: ecco perché

Oggi a Palazzo Chigi è previsto un incontro tra Governo e sindacati sul caso dell’ex Ilva

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I sindacati Fiom, Fim e Uilm hanno indetto uno sciopero della durata di 24 ore in tutti gli stabilimenti di Arcelor Mittal. La protesta, programmata attualmente solo per il sito di Taranto, avrà luogo venerdì 8 novembre a partire dalle 7 del mattino, mentre le segreterie territoriali definiranno le modalità di mobilitazione per chiedere “all’azienda l’immediato ritiro della procedura e al governo di non concedere nessun alibi alla stessa per disimpegnarsi, ripristinando tutte le condizioni in cui si e firmato l’accordo del 06/09/2018 che garantirebbe la possibilità di portare a termine il piano Ambientale nelle scadenze”.

Inoltre, continuano i sindacati, “le condizioni devono lo scudo penale limitato all’applicazione del Piano ambientale e il ritiro di qualsiasi ipotesi di esuberi”.

Il riferimento va alla decisione presa da ArcelorMittal di avviare la procedura di retrocessione dei rami d’azienda con la restituzione di macchinari, impianti e dei lavoratori all’Ilva. Oggi a Palazzo Chigi è previsto un incontro tra Governo e sindacati sul caso dell’ex Ilva.

La posizione dei sindacati

Fim, Fiom e Uilm “ritengono l’accordo del 6 settembre 2018 come unica strada per garantire il risanamento ambientale e il rilancio dell’intero gruppo ex Ilva. Non è possibile, a un anno dalla firma, ritornare a discutere di quanto già affrontato negli ultimi 7 anni. Dobbiamo scongiurare che a pagare il prezzo delle scelte scellerate di azienda e politica siano sempre i lavoratori. Dobbiamo evitare lo spettro dell’ulteriore cassa integrazione e chiediamo con forza il risanamento ambientale e la salvaguardia occupazionale”.

Le sigle metalmeccaniche “dichiarano intollerabile quanto emerso dall’incontro di ieri tra il presidente del Consiglio e i vertici di ArcelorMittal, programmato per chiedere il ritiro della procedura di disimpegno dagli stabilimenti dell’ex Ilva annunciata il 4 novembre”.

E sul ruolo della multinazionale i sindacati affermano che sostengono la stessa Arcelormittal “ha posto delle condizioni provocatorie e inaccettabili e le più gravi riguardano la modifica del Piano ambientale, il ridimensionamento produttivo a quattro milioni di tonnellate e la richiesta di licenziamento di 5 mila lavoratori, oltre alla messa in discussione del ritorno a lavoro dei 2 mila attualmente in Amministrazione straordinaria”.

 

Scritto da Veronica Mandalà

Palermitana d'origine, amo scrivere di tutto e osservare la realtà a 360 gradi.