I driver di Amazon hanno indetto uno sciopero a Milano per dire basta all’eccessivo sovraccarico di pacchi. I dipendenti si sono riuniti in piazza XXV Aprile, dove si trovano gli uffici del gigante di Seattle.
In una nota diffusa dai sindacati FILT CGIL, FIT CISL ed Uil Trasporti, si legge che la protesta sia stata organizzata per “denunciare i carichi di lavoro a cui sono sottoposti i driver che tutti i giorni consegnano i pacchi nelle case dei consumatori digitali. I driver diventano in definitiva la faccia con la quale Amazon entra in contatto con i propri clienti, eppure oggi sono quelli sottoposti a ritmi di lavoro estenuanti, un numero di pacchi consegnati che arriva anche al doppio di quelli che mediamente consegna un driver”.
Il sovraccarico imputato metterebbe a rischio “la sicurezza dei lavoratori e la qualità del servizio offerto. Le aziende in appalto per accaparrarsi qualche rotta in più spremono i dipendenti per consegnare tutto ciò che gli è stato assegnato anche quando il furgone è colmo di pacchi. Non si prendono in considerazione le condizioni meteo, la lunghezza dei tragitti, il traffico. L’importante è consegnare tutto e velocemente”.
La denuncia dei lavoratori
I dipendenti denunciano altresì che tra novembre e dicembre, ossia nel periodo a ridosso tra il Black Friday e le consegne natalizie, il numero dei lavoratori assunti per le consegne dai corrieri che lavorano per Amazon è triplicato, ma si trattava di assunzioni a tempo determinato.
Come riporta la nota dei sindacati, infatti, “decine di lavoratori e lavoratrici sono rimasti a casa. Tuttavia le quote di mercato conquistate da Amazon aumentano ma a questo incremento non ne segue un efficiente incremento del personale. Al contrario vi è un ancora troppo diffuso utilizzo di partite Iva con un unico committente. Sembra che Amazon faccia finta di non guardare alla sua crescita e ‘viva alla giornata’.
Tutto questo a fronte dell’accordo di filiera che era stato raggiunto nell’ottobre del 2018, il quale “uniformava il trattamento retributivo dei driver in tutta la Lombardia” e “prevede un limite all’orario di lavoro giornaliero che prima non veniva rispettato. Affinché l’accordo possa essere rispettato è previsto l’installazione di timbratrici che dopo quattro mesi stiamo ancora aspettando”.
Per tale motivo, i sindacati si auspicano “un intervento responsabile ad Amazon sulla filiera che viene frammentata sempre di più ed un piano concreto sul carico di lavoro e sulle assunzioni per redistribuire le consegne, aumentare la qualità e costruire lavoro stabile. Perché se il futuro sarà digitale e smaterializzato le persone continueranno ad essere un valore”.
La risposta di Amazon
Non si è fatta attendere la risposta di Amazon, che ha replicato in questo modo alle accuse:
Per le consegne ai clienti Amazon Logistics si avvale di piccole e medie imprese specializzate. Attraverso i fornitori di servizi di consegna gli autisti percepiscono salari competitivi e benefit.
Amazon richiede che tutti i fornitori dei servizi di consegna rispettino le leggi vigenti e il Codice di condotta dei fornitori di Amazon, che prevede salari equi, orari di lavoro e compensi adeguati: effettuiamo verifiche regolari e conduciamo indagini su qualsiasi segnalazione di non conformità”.
Quanto alla mole di lavoro, continua la società di Jeff Bezos, “il numero di pacchi da consegnare è assegnato ai fornitori di servizi di consegna in maniera appropriata e si basa sulla densità dell’area in cui devono essere effettuate le consegne, sulle ore di lavoro, sulla distanza che devono percorrere. Amazon assegna le rotte ai fornitori di servizi di consegna che poi le assegnano ai loro autisti sulla base della loro disponibilità”.
Sulla questione scottante dei contratti, Amazon ha osservato che “durante l’anno la gran parte degli autisti ha contratti a tempo indeterminato ma dati i volumi variabili della nostra attività, come ad esempio il Natale, i nostri partner ricorrono anche ad autisti con contratti in somministrazione. Circa il 90% degli autisti termina la propria giornata di lavoro prima delle 9 ore previste. Nel caso in cui venga richiesto straordinario, viene pagato il 30% in più come previsto dal contratto nazionale Trasporti e Logistica”.