C’è una novità sul mistero della Sindone di Torino: infatti, uno studio dei ricercatori del Cnr ha evidenziato che sul telo ci sono tracce di sangue di un uomo torturato e poi ucciso. Attraverso tecniche modernissime si è evidenziato come siano presenti nella fibra tracce di creatina e ferritina, sostanze che fanno pensare che l’uomo che è stato avvolto da quel telo sia stato sottoposto a violente torture prima di morire. Secondo gli studiosi le tracce di cui stiamo parlando sono difficilmente riproducibili in maniera artificiale e, pertanto, è difficile l’ipotesi di una manipolazione messa in atto nel corso dei secoli.
Gli studi del Cnr sulla Sindone
Gli studi di cui stiamo parlando sono stati svolti da ricercatori appartenenti a diverse strutture come Istituto Officina dei Materiali di Trieste, Il Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Padova e l’Istituto di Cristallografia di Bari. Elvio Carlino dell’Istituto di Bari ha spiegato che “gli esperimenti sono stati condotti tramite un nuovo metodo di microscopia elettronica in trasmissione a risoluzione atomica e diffrazione di raggi x ad ampio angolo. In particolare gli studi si sono concentrati sulle regioni della fibra lontane dalle macchie visibili in microscopia ottica. La fibra è stata studiata a risoluzione atomica per lo studio di nanoparticelle organiche, secondo un metodo recentemente messo a punto nel centro di Trieste che ho diretto sino a poche settimane fa“. Insomma tecniche scientifiche all’avanguardia per provare a fare chiarezza in uno dei misteri più importanti dell’Occidente.
Il mistero della Sindone
Sono secoli che il mondo si interroga sulla veridicità o meno della leggenda che vedrebbe la Sindone come il sudario del corpo di Gesù dopo la crocifissione. Lo scontro è più vivo che mai tra fede e scienza su questo tema, ma stavolta è proprio la ricerca scientifica a dare un timido segnale alla religione, anche se quanto scoperto non rappresenta assolutamente un prova di quanto si racconta sul telo conservato a Torino.