Spiegazione Futura di Lucio Dalla: il testo parla del Muro di Berlino

futura dalla spiegazione

Pochi sanno che Futura di Lucio Dalla fu scritta in pochi minuti proprio davanti al Muro di Berlino: spiegazione di una delle storie d’amore più intense cantate dall’artista bolognese

Nei giorni della celebrazione del trentesimo anniversario della caduta del Muro di Berlino è bello anche raccontare storie parallele: storie di vita che hanno pertinenza con l’arte e con la sensibilità umana. Una tra le canzoni, nonostante sia altamente metaforica, che raccontano la tragedia umana del muro di Berlino senza troppo cavalcare la controversia politica è italiana, di Lucio Dalla.

È il 1980, il Muro di Berlino ha poco meno di vent’anni e Dalla ne ha trentasette. Seduto su una panchina nei pressi del famoso Checkpoint Charlie, punto di controllo per i pochi fortunati che potevano viaggiare tra le due Berlino, Dalla scrive Futura, uno dei suoi brani più intensi e conosciuti.

A raccontare la singolare esperienza, in cui è coinvolto (a sua insaputa) anche Phil Collins è lo stesso Dalla in un’intervista rilasciata anni dopo la pubblicazione dell’album chiuso proprio da Futura:

Il testo di Futura nacque come una sceneggiatura, poi divenuta canzone. La scrissi una volta che andai a Berlino. Non avevo mai visto il Muro e mi feci portare da un taxi al Charlie Check Point, punto di passaggio tra Berlino est e Berlino Ovest. Chiesi al tassista di aspettare qualche minuto.

Mi sedetti su una panchina e mi accesi una sigaretta. Poco dopo si fermò un altro taxi. Ne discese Phil Collins che si sedette nella panchina accanto alla mia e anche lui si mise a fumare una sigaretta. In quei giorni a Berlino c’era un concerto dei Genesis, che erano un mio mito. Tanto che mi venne la tentazione di avvicinarmi a Collins per conoscerlo, per dirgli che anch’io ero un musicista.

Ma non volli spezzare la magia di quel momento. Rimanemmo mezz’ora in silenzio, ognuno per gli affari suoi. In quella mezz’ora scrissi il testo di Futura, la storia di questi due amanti, uno di Berlino Est, l’altro di Berlino Ovest che progettano di fare una figlia che si chiamerà Futura

Dalla ha dato la dimostrazione concreta che Berlino, nonostante la divisione, fosse un laboratorio creativo senza fine: nei pressi del Muro che divideva due civiltà, pullulava la vita.

Il testo di Futura: un’interpretazione metaforica e letterale

Il testo di Dalla è abbastanza chiaro: parla di una bambina che dovrà nascere (o si immagina che dovrà nascere), di progetti per il futuro, di paura ma anche di speranza.

Chissà chissà domani
Su che cosa metteremo le mani
Se si potrà contare ancora le onde del mare
E alzare la testa
Non esser così seria, rimani
I russi, i russi, gli americani
No lacrime non fermarti fino a domani
Sarà stato forse un tuono
Non mi meraviglio
È una notte di fuoco
Dove sono le tue mani
Nascerà e non avrà paura nostro figlio
È facile intuire come il “domani” incerto ricalchi la paura della guerra (nucleare), del conflitto, della morte. I russi, gli americani, due mondi contrapposti che per una volta passano in secondo piano: al momento della canzone conta solo la storia d’amore tra questi due anonimi berlinesi. Ma c’è speranza, come si diceva: il loro figlio non avrà paura.
E se è una femmina si chiamerà Futura
Il suo nome detto questa notte
Mette già paura
Sarà diversa bella come una stella
Sarai tu in miniatura
Ma non fermarti voglio ancora baciarti
Chiudi i tuoi occhi non voltarti indietro
Qui tutto il mondo sembra fatto di vetro
E sta cadendo a pezzi come un vecchio presepio

L’incomprensibilità dei mutamenti storici

Il mondo sta effettivamente cadendo a pezzi: il muro scricchiola, gli anni ’50 son passati e l’illusione della globalizzazione azzera anche virtualmente le distanze. Gli innamorati di Dalla non si devono voltare indietro, è tutto un vecchio presepio.
Dalle parole si passa ai fatti, e i due berlinesi (non è dato sapere se nella realtà o in un sogno ad occhi aperti) riescono a trovarsi insieme e vivere un momento di passione.
Di più, muoviti più fretta di più, benedetta
Più su, nel silenzio tra le nuvole, più su
Che si arriva alla luna, sì la luna
Ma non è bella come te questa luna
È una sottana americana
Allora su mettendoci di fianco, più su
Guida tu che sono stanco, più su
In mezzo ai razzi e a un batticuore, più su
Son sicuro che c’è il sole
Ma che sole è un cappello di ghiaccio
Questo sole è una catena di ferro
Senza amore

Malinconia in attesa di una rivoluzione

Nonostante tutto la malinconia continua a regnare sovrana: dopo la passione viene la tristezza, la presa d’atto che – nonostante il futuro paia brillante – il presente è ancora bloccato ai miti del passato, alle parole d’ordine divisive.
futura dalla berlino
Dalla quindi, e qui c’è genialità, fa vivere alcuni momenti dolceamari alla coppia prima della separazione.
Lento lento adesso batte più lento
Ciao, come stai
Il tuo cuore lo sento
I tuoi occhi così belli non li ho visti mai
Ma adesso non voltarti
Voglio ancora guardarti
Non girare la testa
Dove sono le tue mani
Aspettiamo che ritorni la luce
Di sentire una voce
Aspettiamo senza avere paura, domani
La soluzione proposta da Dalla non ha pretesa di essere rivoluzionaria, ma molto ancorata alla realtà del suo tempo. D’altronde, per essere un testo scritto in una manciata di minuti ha una profondità che poche altre canzoni possono vantare.

Scritto da Matteo Squillante

Napoletano di nascita, attualmente vivo a Roma. Giornalista pubblicista, mi definisco idealista e sognatore studente di Storia presso l'Università di Roma Tor Vergata. Osservatore silenzioso e spesso pedante della società attuale. Scrivo di ciò che mi interessa: principalmente politica, cinema e temi sociali.