Una delle ferite ancora aperte del XX secolo è senza dubbio la repressione di piazza Tienanmen in Cina del 4 giungno del 1989. Nell’aprile di quello stesso anno sono proprio gli studenti dell’università di Pechino a organizzare quella che sarà nel mese di maggio una delle manifestazioni più clamorose e rumorose della Storia: centomila, tra studenti e lavoratori, iniziano uno sciopero della fame a oltranza.
Purtroppo non è difficile immaginare quali siano stati i motivi che abbiano spinto i più coraggiosi a scendere in piazza: rispetto dei diritti umani nonchè libertà d’espessione erano i motori che animavano la loro perseveranza.
Miigliaia di studenti uccisi in Piazza Tienanmen
Il primo ministro Li Peng non tollerò oltre modo l’atteggiamento dissidente dei centomila e approvò la legge marziale. In poche ore esercito e carri armati formarono uno barriera di obbedienza e terrore fino a quella sparatoria infima tra la notte del 3 e il 4 giugno che spense tra le centinaia e le migliaia di vite.
Benché siano passati 29 anni le ombre che gravano su quello che la Cina definisce essere stato un “incidente” sono pesanti e sanno di falso. Nel 2016 Amnesty International lancia un appello per avviare un’inchiesta indipendente, un appello purtroppo rimasto muto.
#TankMen2018: l’iniziativa di Baudicao
Quest’anno invece l’artista dissidente cinese Badiucao lancia un Flash Mob internazionale #TankMen2018, un invito per non offendere ancora una volta la memoria di Tiananmen. Un flash mob proprio come forma di protesta perché secondo Badiucao proprio «l’arrivismo è la forma d’arte per eccellenza».