Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, è già finito nell’occhio del ciclone dopo la decisione di approvare la legge che ha deciso di bandire i rifugiati dalle Nazioni Unite e di rispedire a casa quelli già presenti e oggi arriva la decisione di Starbucks di aprire proprio a coloro che verranno rigettati. Una notizia che scuote la politica estera.
In particolare l’azienda Starbucks, la catena statunitense di caffetterie e drink, ha promesso che non ci sta a questa decisione. La multinazionale ha promesso di assumere 10 mila rifugiati in tutto il mondo entro 5 anni, andando così contro al proprio presidente. In particolare, si legge nella nota emanata, come si stia sviluppando un piano per assumere i rifugiati nelle aziende dei 75 Paesi in cui Starbucks è presente. A firmare la nota il presidente del Cda della multinazionale Howard Schultz.
Già in passato Starbucks si era fatto notare per alcune misure, come quella del 2013 in cui il colosso aveva chiesto ai clienti di non portare armi da fuoco nelle sue caffetterie, dopo che queste erano diventate abituale luogo di riunione di gruppi pro-armi.
Ma non solo Starbucks diffida Trump, ma anche un colosso internazionale come Google. Google ha infatti affermato in un cda di aver creato un fondo di 4 milioni di dollari da devolvere per i rifugiati colpiti dalle misure del neo presidente. Il denaro andrà a quattro organizzazioni: l’American Civil Liberties Union (Aclu), l’Immigrant Legal Resource Center, l’International Rescue Committee e l’UNHCR. Tempi duri quindi per Trump, che di certo non si può dire abbia iniziato bene la sua avventura alla Casa Bianca.