Oggi ricorre il venticinquesimo anniversario dalla Strage di Capaci, uno degli attentati di mafia più dolorosi della storia del nostro Paese, in cui persero la vita il magistrato Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e tre agenti della sua scorta: Vito Schifani, Antonio Montinaro e Rocco Dicillo. Palermo e l’Italia intera ricordano con commozione quel 23 maggio 1992, con una serie di eventi e manifestazioni a tema.
Bisogna partire da molto lontano per capire cosa c’è realmente dietro questa strage, in qualche modo strettamente legata a quella del 19 luglio seguente in Via D’Amelio, dove tra le vittime figurava il magistrato Paolo Borsellino. Ad inaugurare questa serie di macabri attentati terroristici di stampo mafioso, iniziati nel ’79 con l’assassino del giudice Rocco Chinnici, la creazione del pool antimafia volto ad individuare e contrastare gli esponenti della criminalità organizzata collusi e corrotti. Fondamentale fù l’arresto in Brasile del latitante Tommaso Buscetta, che rinnegò la sua appartenenza a Cosa Nostra e collaborò con la magistratura, fornendo agli inquirenti preziose rivelazioni. Da queste indagini partì il 10 febbraio 1986 il Maxiprocesso di Palermo che, con più di quattrocentocinquanta imputati e condanne come diciannove ergastoli, è considerato uno dei più grandi processi penali mai realizzati nel mondo.
FALCONE&BORSELLINO: SERATA EVENTO SU RAI 1
Un quarto di secolo dopo questi tragici fatti, la Rai manderà in onda sul suo primo canale, a partire dalle 20.30 senza alcuna interruzione pubblicità, una serata speciale in diretta dal capoluogo siciliano, condotta da Fabio Fazio, Pif e Roberto Saviano. Tra gli ospiti, interverranno: il Presidente del Senato Pietro Grasso; l’ex PM Giuseppe Ayala; Don Luigi Ciotti; il cancelliere dell’aula bunker Enzo Mineo; il fotografo che immortalò i due magistrati Tony Gentile; gli attori Michele Placido, Beppe Fiorello, Pierfrancesco Favino, Ottavia Piccolo, Vittoria Puccini, Isabella Ragonese, Francesco Scianna e Luca Zingaretti; i cantanti Carmen Consoli, Fiorella Mannoia, Giuliano Sangiorgi e gli Avion Travel; lo scrittore Andrea Camilleri; il giornalista e conduttore Maurizio Costanzo ed, infine, verrà trasmesso un video messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
LE FRASI CELEBRI DI GIOVANNI FALCONE
- “È tutto teatro. Quando la mafia lo deciderà, mi ammazzerà lo stesso”;
- “Gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini”;
- “L’importante non è stabilire se uno ha paura o meno, è saper convivere con la propria paura e non farsi condizionare dalla stessa. Ecco, il coraggio è questo, altrimenti non è più coraggio, è incoscienza”;
- “Il quadro realistico dell’impegno dello Stato nella lotta alla criminalità organizzata. Emotivo, episodico, fluttuante. Motivato solo dall’impressione suscitata da un dato crimine o dall’effetto che una particolare iniziativa governativa può esercitare sull’opinione pubblica”;
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“Credo che ognuno di noi debba essere giudicato per ciò che ha fatto. Contano le azioni non le parole. Se dovessimo dar credito ai discorsi saremmo tutti bravi e irreprensibili”;
- “La mafia non è un cancro proliferato per caso su un tessuto sano. Vive in perfetta simbiosi con la miriade di protettori, complici, informatori, debitori di ogni tipo, grandi e piccoli maestri cantori, gente intimidita o ricattata che appartiene a tutti gli strati della società”;
- “Possiamo sempre fare qualcosa: massima che andrebbe scolpita sullo scranno di ogni magistrato e di ogni poliziotto”;
- Temo che la magistratura torni alla vecchia routine: i mafiosi che fanno il loro mestiere da un lato, i magistrati che fanno più o meno bene il loro dall’altro, e alla resa dei conti, palpabile, l’inefficienza dello Stato;
- “Se le istituzioni continuano nella loro politica di miopia nei confronti della mafia, temo che la loro assoluta mancanza di prestigio nelle terre in cui prospera la criminalità organizzata non farà che favorire sempre di più Cosa Nostra”;
- “Che le cose siano così, non vuol dire che debbano andare così. Solo che quando si tratta di rimboccarsi le maniche ed incominciare a cambiare, vi è un prezzo da pagare. Ed è allora che la stragrande maggioranza preferisce lamentarsi piuttosto che fare”;
- “Si muore generalmente perché si è soli o perché si è entrati in un gioco troppo grande. Si muore spesso perché non si dispone delle necessarie alleanze, perché si è privi di sostegno. In Sicilia la mafia colpisce i servitori dello Stato che lo Stato non è riuscito a proteggere”;
- “Credo che dovremo ancora per lungo tempo confrontarci con la criminalità organizzata di stampo mafioso. Per lungo tempo, non per l’eternità: perché la mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine”.