In occasione dell’uscita del loro nuovo singolo “Siamo noi”, in rotazione radiofonica dal 21 giugno, abbiamo incontrato gli Studio 3, al secolo Marco Venturini, Salvatore Gabriel Valerio e Andrea Vetralla, detto Vetro. Il gruppo ci ha raccontato quelli che sono i loro attuali progetti in cantiere, facendo un bilancio su questi primi undici anni di carriera.
Ciao ragazzi, partiamo dal presente: siete attualmente in rotazione radiofonica con il vostro nuovo singolo “Siamo noi”. Cosa rappresenta per voi questa canzone?
Vetro: “Rappresenta un nuovo modo di scrivere e raccontarci, più adulto, ma sempre diretto. Insieme a Marco, autore con me del brano, abbiamo voluto metterci in gioco con una serie di pensieri e riflessioni maturati in tanti mesi, raccolti, appuntati e poi messi in rima”.
Vi riconoscete nella parola Boy Band e che significato attribuite a questo termine?
Gabriel: “Beh, nel 2007, ai tempi di ‘LENTAMENTE’ lo slogan che ci caratterizzava era “Studio3, la boyband che mancava, ora c’è”. Questo termine ci ha accompagnati per anni ed oggi che sarebbe ridicolo fosse ancora così, mi viene da dire che questa espressione ha avuto un significato importante, ci ha permesso di consolidare la nostra identità e mantenerla nel tempo!”.
Undici anni di carriera alle spalle, in quali aspetti vi sentite cresciuti e maturati e, invece, in cosa vi sentite uguali rispetto al vostro esordio?
Marco: “Sicuramente siamo maturati nella modalità di scrittura ma ci sentiamo uguali a sempre nel fare questo lavoro e quindi torniamo all’entusiasmo dei primi anni quando cantiamo in studio, quando partiamo per la tournèè, quando saliamo sul palco”.
Facciamo un salto indietro nel tempo. Quando e come è nata la vostra passione per la musica?
Vetro: “Si puo dire da sempre. Mia mamma mi racconta che quando ero nella sua pancia, stavo tranquillo solo se metteva Mozart di sottofondo e che fin da piccolo mi sono appassionato allo studio degli strumenti musicali”.
Marco: “Anche nel mio caso la mia passione è nata grazie ai miei genitori che mi hanno fatto studiare pianoforte e canto”.
Gabriel: “Possiamo dire che la passione per la musica è nata insieme a noi. Abbiamo solo dovuto aspettare il momento per capire che quella sarebbe stata la nostra vita”.
Dopo i Pooh siete tra i gruppi vocali più longevi della storia della musica leggera italiana. Qual è il segreto per far convivere in un gruppo tre frontman?
Marco: “Rispondo io perché adoro i Pooh e quindi essere affiancati a loro mi entusiasma particolarmente! Probabilmente il segreto consiste nell’essere, innanzitutto amici, ma in generale comprensivi ed attenti l’uno verso l’altro, come dovrebbe accadere nelle migliori famiglie”.
Per noi giovani, oggi come oggi, non è facile emergere in ambito lavorativo. Come valute la situazione discografica nel nostro Paese?
Vetro: “L’unica parola che mi viene in mente è disastrosa. I gruppi giovani e talentuosi o i pochi cantautori sono pesci fuor d’acqua nella giungla dei talent!”.
Alla luce di tutto quello che ci siamo detti, qual è il messaggio che vorreste arrivasse al pubblico, oggi, con la vostra musica?
Gabriel: “Abbiamo sempre cantato l’amore in tutte le sue sfaccettature: verso l’amata, se stessi, l’amico, la musica, il figlio: è il sentimento che è alla base di tutto ed è quello che continuiamo ad indagare con la nostra musica, per il nostro pubblico”.