Sì definitivo della Camera dei Deputati alla Tav, il treno ad alta velocità che collegherà Torino e Lione. Diventa così esecutivo l’Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica francese per l’avvio dei lavori definitivi dell’opera.
Il provvedimento, già approvato al Senato, ora è legge. I voti favorevoli sono stati 285, quelli contrari 103 (insieme al Pd ha votato si l’opposizione di centro destra, mentre contrari sono stati Movimento Cinque Stelle e Sinistra Italiana). Particolarmente dura la protesta del movimento grillino, che al momento della votazione in Aula ha esposto dei fazzoletti No Tav intorno al collo, nonostante i richiami del Presidente della Camera Boldrini. Questo il commento di Luigi Di Maio, postato poi su Facebook: “Sto presiedendo l’aula di Montecitorio e oggi è prevista la votazione di una ratifica vergognosa: la tratta Tav Torino-Lione. Si decide il via libera a 57 km di tunnel che sventra inutilmente un intero territorio, con costi stimati, secondo gli ultimi preventivi, in 26 miliardi. Ci indebiteremo per anni, con il rischio di due tipi di infiltrazioni: l’amianto nelle acque e la mafia nei cantieri dell’opera”.
Quindi rincara la dose, affermando che “Il Pd fa finta di dimenticare che una tratta esiste già, che le merci trasportate diminuiscono costantemente, che le falde acquifere verranno prosciugate. Ma per il Pd si stratta di un’opera strategica. Certo, è tutto strategico, quando si tratta di difendere i loro interessi e i loro amici”.
Grande soddisfazione invece da parte della maggioranza. Per il senatore PD Stefano Esposito: “Mentre in Italia si decideva se fare o meno l’opera, gli altri paesi europei scavavano e costruivano tunnel. Oggi scriviamo una pagina importante della storia infrastrutturale del nostro Paese”.
Commento anche da parte del Presidente della Regione Piemonte Chiamparino, secondo cui “E’ stato un iter lungo, ma ora guardiamo avanti, i tempi sono definiti, l’opera è in corso. Dobbiamo rispettare i tempi per la realizzazione dell’opera e anche lavorare nel rispetto delle normative comunitarie. La morale di questa vicenda è che bisogna sentire le comunità interessate alle grandi opere”.