Terremoto Irpinia e Napoli, oggi l’anniversario

Napoli

Sono passati 37 anni da quel terribile 23 novembre 1980, quando un terremoto durato circa un minuto e mezzo distrusse una grande porzione dell’entroterra campano e lucano, provocando desolazione e morti: un evento catastrofico che purtroppo segnò la vita degli abitanti dell’Irpinia e di Napoli e che portò alla nascita della Protezione Civile, al fine di limitare i danni provocati dagli improvvisi assestamenti della crosta terrestre che hanno martoriato l’Italia e non sembrano voler smettere.

37 anni dopo, ancora nei prefabbricati

Nonostante ci si avvicini a grandi passi verso i 40 anni dal tragico accadimento, ancora ci sono molte persone costrette a vivere nei prefabbricati, in particolar modo nelle zone dell’Alta Irpinia e nel territorio salernitano. Quella che doveva essere una soluzione provvisoria si è trasformata nella quotidianità per svariate famiglie che sono costrette a chiamare ‘casa‘ una struttura che tutto sembra tranne che un ambiente familiare.

Napoli

La distruzione del terremoto

Erano le 19:34 quando il sisma di magnitudo 6.8 (X della scala Mercalli) colpì la Campania centrale e la Basilicata centro-settentrionale, provocando la morte di quasi 3000 uomini, ferendo circa 9000 persone e lasciando senza una casa un numero di abitanti prossimo ai 300.000. L’epicentro fu nei comuni di Teora, Castelnuovo di Conza e Conza della Campania, completamente rase al suolo. Gli effetti però furono percepiti non solo nelle zone vicine all’epicentro: anche a Napoli ci furono lesioni e crolli di interi edifici, a dimostrazione della potenza della scossa tellurica e anche di come all’epoca molte costruzioni erano fatiscenti.

Il ritardo dei soccorsi

Un ulteriore elemento che alimentò gli effetti del terremoto fu il ritardo dei soccorsi, ciò avvenne in particolar modo per due ragioni: i mezzi addetti al soccorso non riuscirono ad entrare facilmente nelle zone distrutte dal sisma e la mancanza di un ente come la Protezione Civile che poteva coordinare sicuramente meglio le operazioni. Significative furono le parole di Sandro Pertini che in un’edizione speciale del TG2 datata 26 novembre affermò: “Non vi sono stati i soccorsi immediati che avrebbero dovuto esserci. Ancora dalle macerie si levavano gemiti, grida di disperazione di sepolti vivi“. Queste grida, 37 anni dopo, continuano a squarciare il silenzio.