Tex compie 70 anni

Importante anniversario per il più amato fra i fumetti italiani.

Tex

Praticamente si può dire che  Tex abbia vissuto tutto il Dopoguerra. Il leggendario fumetto western è infatti apparso  per la prima volta nel 1948 e quest’anno arriva al giro di boa del settantenario.

La Sergio Bonelli Editore per ora mantiene il riserbo su come intende festeggiare il celebre ranger. Al momento è apparsa un  cornice con un logo, che i fan possono aggiungere al loro avatar sui social. Nel frattempo una nuova collana di ristampe a colori esce in edicola allegata al Corriere della Sera e alla Gazzetta dello Sport.

L’interesse di due quotidiani così importanti per questo fumetto, ci fa capire quanto sia grande la fama di Tex. Creato per i testi da Gianluigi Bonelli e per i disegni da Aurelio Galleppini, detto Galep, è da sempre l’albo a fumetti più letto in Italia. Solo per un breve periodo, negli anni ’90, venne surclassato da Dylan Dog , ma per tornare subito dopo sul podio.

Chi è Tex?

Tex Willer, nella sua prima apparizione, l’albo Il Totem Misterioso, è un ragazzo inseguito dai ranger. In seguito lo vedremo sistemare i suoi problemi con la giustizia e unirsi proprio agli stessi ranger del Texas che prima gli davano la caccia.

Tex

Almeno all’inizio la serie è in progress. Tex cresce, sposa la squaw Lilith da cui gli nasce il figlio Kit. La moglie muore e il figlio cresce fino all’adolescenza.

In seguito si è deciso di interrompere la continuità per evitare di vedere l’eroe invecchiare (come è successo invece al suo amico Kit Carson). Solo di tanto in tanto si ritorna indietro a raccontare vicende del giovane Tex. Per esempio, recentemente è uscita persino una storia a firma Boselli e Del Vecchio, Nueces Valley, nella quale compare il ranger da bambino.

Particolarità della serie

Ma cosa ha condotto Tex a diventare il mito che è oggi? Difficile rispondere. Negli anni ’50 le edicole erano invase da fumetti western, ma spesso si trattava di storie rivolte ai bambini. Molti protagonisti di allora, come Capitan Miki, Il Piccolo Sceriffo e Il Piccolo Ranger, erano dei preadolescenti. In più si cercava di non eccedere nella violenza. L’esempio tipico è il caso di Pecos Bill che usava i lazo al posto della pistola.

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Ginluigi Bonelli e suo figlio Sergio, che gli succedette nella guida della casa editrice, ritenevano invece Tex un personaggio “adulto”. Pur non essendo un violento per natura, non si fa problemi a sparare al “cattivo” di turno, se le circostanze lo richiedono.

Non manca poi un linguaggio, se non volgare, almeno colorito. La famosa esclamazione “peste!” era certo più smaliziata rispetti ai vari “Per dincibacco!” e “Per dirindina!” di altri personaggi coevi. Senza contare gli insulti tipo “tizzone d’inferno”, “satanasso”, ecc.

Con i bianchi o con i Navajo?

Tex, inoltre, vive sospeso tra due mondi, quello dei bianchi e quello degli indiani. È infatti fratello di sangue del Navajo Tiger Jack. Sempre i Navajo lo considerano un capo col nome di Aquila della Notte. Forse l’intenzione di Bonelli e Galep non era di fare revisionismo storico (lo sarà invece per Oesterheld e Pratt con Sergente Kirk), ma ci propone ugualmente un eroe sempre pronto a mettersi dalla parte di chi è in difficoltà, sia esso un bianco o un pellerossa. Questo in controtendenza con molti vecchi film in cui ogni indiano buono era un indiano morto.

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Da ultimo bisogna ricordare che Tex, pur essendo un pubblico ufficiale, ha un concetto particolare di giustizia. Se ritiene che le autorità siano nel torto, può anche andargli contro. Qualcuno, per questo, è arrivato a dire che Aquila della Notte sotto sotto non sta “né con lo Stato, né con i Navaho”.

I comprimari

Sicuramente anche i compagni, anzi i “pards”, del protagonista hanno avuto un loro ruolo nel suo successo. Difficile immaginare Tex senza al suo fianco Kit Carson, anziano ma ancora vivace e sempre dotato di humour. Senza contare il già citato indiano Tiger Jack, taciturno e fiero.

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Ma di tanto in tanto compare anche El Morisco, un egiziano studioso di scienze occulte. Questo lato “magico”, insolito in un fumetto western, è incarnato anche da due arcinemici, come lo stregone Mefisto e suo figlio Yama.

Autori al servizio dell’eroe

Forse, però, i veri pards di Tex sono stati anche i tanti disegnatori che si sono succeduti a illustrarne le avventure. Impossibile citarli tutti  ma vale la pena ricordare, al fianco della serie regolare, delle storie speciali firmate da grandi disegnatori internazionali.

In primo luogo ci sono stati volumi di grande formato, i “Texoni”, su cui si sono cimentati fra gli altri Guido Buzzelli, Magnus e l’americano Joe Kubert.  Più recentemente abbiamo avuto nel 2015 il grande Paolo Eleuteri Serpieri inaugurare la collana i “Romanzi a Fumetti” con L’Eroe e la Leggenda. Si tratta di albi “alla francese”, ossia colori e con copertina cartonata e che spesso si discostano dai cliché classici della serie.

Un discorso diverso, invece, riguarda gli sceneggiatori. Per anni le trame del celebre ranger sono state opera di sole quattro persone: i Bonelli padre e figlio, Claudio Nizzi e Mauro Boselli. Solo in seguito abbiamo avuto l’ingresso di altri grandi sceneggiatori, quali Tito Faraci, Gianfranco Manfredi, Antonio Segura e Chuck Dixon.