Dipinto tra il 1542 e il 1544 da Tiziano Vecellio, lo stendardo è ora in fase di restauro grazie al volere dell’ISCR, che ha deciso di rinvigorire la superficie pittorica riportandola allo splendore originale.
Si tratta questa della seconda tipologia di restauro dell’opera in quanto nel 1545 il dipinto (originariamente prodotto su entrambe le facce) fu diviso in due tele diverse, rappresentando così un’Ultima Cena e una Resurrezione; cambiamento ideato dal pittore Pietro Viti che aggiunse ulteriormente all’opera motivi floreali lungo i bordi, creandone così una specie di cornice.
Stendardo Urbino, le fasi del Restauro
I restauratori attuali, prima di procedere alla totale ripristino dell’opera, effettueranno su di essa indagini scientifiche e chimiche, studiandone così la conservazione e migliorare maggiormente il ripristino.
Fase che durerà tutto il tempo necessario, in quanto essa opera antica e molto delicata da riportare a “nuova vita“. Attualmente il dipinto si trova nei laboratori dell’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro dove rimarrà fin quando essa non sarà completamente restaurata e pronta all’esposizione.
Durante la fase di restauro, il pubblico potrà accedere grazie a visite guidate alla ristrutturazione dell’opera e quindi tutti potranno ammirare la rinascita del dipinto di Tiziano. Il lavoro sarà diretto da Carla Zaccheo e Federica Zalabra.
Lo stendardo, inoltre, risulta essere una delle opere più richieste all’esposizione, ma concluso il totale ripristino dell’opera (che terminerà tra fine aprile e gli inizi di maggio) essa ritornerà a essere aperta al pubblico nella Galleria Nazionale.