Alberi sradicati, palazzi sventrati, mura cancellate dalla furia del vento e due morti, il sessantunenne Fernardo Fiorese a Cesano e il quarantasettenne Singh Surinder a Ladispoli. Ha lasciato morte e distruzione dietro di sé il tornado che domenica pomeriggio si è abbattuto su Roma e sul litorale, devastando tutto ciò che ha incontrato sul proprio cammino.
Il maltempo era atteso – la protezione civile e la regione avevano diramato un’allerta – ma probabilmente non con questa intensità. E invece nel pomeriggio del 6 novembre la tromba d’aria si è presentata sulla Capitale con tutta la sua forza violenta e distruttiva.
Due i luoghi che hanno pagato il conto più drammatico: Cesano di Roma e Ladispoli. Nel quartiere a due passi dal lago di Bracciano ha perso la vita Fernando Fiorese. Sessantuno anni, ex militare ora in pensione, Fernando è rimasto bloccato nella sua auto schiacciata da un albero. E per lui non c’è stato nulla da fare.
La stessa sorte è toccata a Singh Surinder, quarantasette anni, di origini indiane. L’uomo, residente a Ladispoli, è stato colpito alla testa da un pezzo di cornicione staccatosi da una palazzina a otto piani in via Ancona, letteralmente sventrata dalla potenza del vento. L’uomo, portato in ospedale, è morto poche ore dopo per le ferite.
Ma quello di domenica è stato un pomeriggio difficile anche per il centro di Roma, alle prese con allagamenti, vie chiuse e alberi caduti in strada. Lo scenario perfetto di una domenica da incubo.