Chiunque corre sa cosa significhino le parole sacrificio, dedizione e fatica. Ogni allenamento significa miglioramento, tempo prezioso da battere nei confronti di se stessi, perciò è difficile che chi pratichi lo sport della corsa, cerchi una scorciatoia per battere se stesso e migliorare il suo tempo, ingannando. Eppure ciò è accaduto alla maratona di Londra.
Maratona di Londra del 22 Aprile
In questa data si sono percorsi i famosi 42,195 chilometri della capitale britannica.
Circa quarantottomila partecipanti hanno sfidato una temperatura record per il paese in questione, 24 gradi, per arrivare vittoriosi al traguardo.
Sabino Rinaldi, 59 anni, barese, atleta federato Fidal, Presidente di una Associazione sportiva dilettantistica Adp Sopico Running, con all’attivo parecchie maratone, ha partecipato alla maratona di Londra con il pettorale 61840, barando e passando avanti a 13.628 atleti.
Ha preso una scorciatoia di ben 16 chilometri che gli ha fatto raggiungere il traguardo in un tempo incredibile, con un parziale addirittura migliore del 4 volte medaglia d’oro britannico Mo Farah.
Che brutta figura per il popolo italiano che, in quel frangente, si è sentito rappresentato da un truffatore.
Maratona di Londra: l’imbroglio dell’italiano
3 ore e 19 minuti per coprire il percorso di 42 chilometri, superando addirittura in alcuni tratti il campione olimpico Mo Farah? E’ stato un po’ strano a tutti.
Quattro in totale gli italiani, runners amatoriali che hanno partecipato alla competizione.
Un altro italiano, ancora ignaro della truffa, si è confidato con i cronisti del Times, dichiarando che aveva notato un’anomalia nel tempo di percorrenza del “collega” Sabino.
“Ho notato che l’italiano che mi aveva battuto, avrebbe dovuto correre la seconda metà, in 1 ora e 4 minuti”.
A questo punto il runner barese è stato interpellato da un inviato del tabloid britannico e si è giustificato dicendo che era lì per mero divertimento e che non aveva guardato l’orologio.
Ma l’humor inglese non è certo equiparabile a quello italiano, perciò rischia una penalizzazione.
Un nuovo primatista italiano?
Correva l’anno 1908 quando un italiano, Dorando Pietri, alla Maratona dei Giochi Olimpici di Londra, tagliò il traguardo sorretto dai giudici che lo avevano soccorso perché era in procinto di un collasso.
Maledetto fu quell’aiuto, perché, proprio per quel motivo, fu squalificato e perse la medaglia d’oro. C’eravamo perciò illusi di aver trovato un nuovo primatista italiano e invece abbiamo solo fatto una brutta figura.
Ma attenzione, la brutta figura in realtà l’ha fatta Rinaldi che non si è nemmeno tolto la soddisfazione di aver corso per 42 chilometri, come fece invece Petri.