A pochi giorni dal suo insediamento ufficiale alla Casa Bianca come presidente degli USA, Donald Trump continua la sua politica annunciata in questi mesi, attaccando varie aziende automobilistiche, tra queste la General Motors e la Ford, ammonendo queste ultime di costruire troppi stabilimenti all’estero e di non espandere l’industria in altri stati americani.
Soprattutto alla General Motors, alla quale è stato quasi ordinato di costruire nuove industrie in America e non all’estero, pena il pagamento di enormi dazi.
Già nelle settimane scorse il neo presidente eletto aveva minacciato di imporre una tassa del 35% alle aziende americane che realizzano i loro prodotti sotto costo in Messico, per poi rivenderli negli Stati Uniti al doppio o al triplo del costo di costruzione. Lo scopo di questa campagna è spingere le multinazionali a riportare il lavoro in America.
E per tutta risposta, la Ford ha appena annullato la costruzione di una nuova fabbrica in Messico, annunciando di costruirne una nello stato del Michigan. La Ford ha cancellato un progetto di un affare in Messico da circa 1,6 miliardi di dollari, intimorita dagli attacchi del presidente.
Saranno invece, come detto, investiti circa 700 mila dollari in Michigan, rispettando il volere di Trump, che vuole più lavoro negli Stati Uniti.
Insomma, la politica di “americanizzazione” di Trump è appena iniziata e sembra che alcune aziende importanti vogliano seguire la sua idea.