Morta Ursula Le Guin: lutto nella fantascienza

Le-Guin

Si è spenta a 88 anni, la scrittrice americana Ursula Kroeber Le Guin. Sicuramente una delle autrici più acclamate per la fantascienza e il fantasy, che aveva reinterpretato in un’ottica sociale.

Nata nel 1929, era figlia di due antropologi e laureata in letteratura medievale e rinascimentale. Grazie a questi precedenti, aveva saputo così portare la sua vasta cultura in ambito della letteratura “d’intrattenimento”. Nota la sua amicizia con Philip Dick, come pure una polemica con José Saramago per il libro Saggio sulla Lucidità. Aveva avuto la lunga corrispondenza con un critico letterario jugoslavo, Darko Suvin.

Le Guin e le sue opere

Sicuramente non si può scordare la sua celebre saga intitolata Earthsea, ispiratrice fra l’altro del film animato I Racconti di Terramare di Goro Miyazaki. Il lungo ciclo si svolge in un arcipelago, dove vivono maghi e streghe. Le streghe, almeno in origine, hanno meno poteri dei loro “colleghi” uomini. Questo ha dato la possibilità alla Le Guin di approfondire tematiche di genere.

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Altra sua opera permeata da temi femministi è La Mano Sinistra delle Tenebre. Ambientato in un pianeta i cui abitanti sviluppano un genere sessuale solo nel periodo della riproduzione, diede origine ad un altro ciclo letterario, quello dell’Ecumene. il libro servì inoltre all’autrice per scardinare molti luoghi comuni sul sesso.

Un’autrice impegnata

Impegno sociale dunque ma anche politico: Ursula Le Guin aveva spesso preso esplicitamente posizioni di sinistra. In molte sue opere si nota un’ottica anarchica e radicale, tesa a contestare le convenzioni e le disuguaglianze presenti nel mondo.

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Impossibile elencare tutti i premi vinti. Si va da quelli legati alla narrativa fantastica come il premio Hugo e il Nebula, fino ad un National Book Award. Quest’ultimo è stato un coronamento alla sua carriera, perché ha segnalato la sua importanza per la letteratura statunitense e mondiale.

Da notare che anche una celebre fanzine di fantascienza italiana deve il suo nome alla LeGuin. Ci riferiamo a Un’Ambigua Utopia, nata negli anni ’70 attorno ai centro sociali milanesi, che riprese questo titolo da un’opera dell’autrice.