Vincenzo Iaquinta condannato a due anni: esce urlando “Vergogna”

L’ex calciatore della Juve è stato condannato per possesso di armi e sostegno all’associazione mafiosa.

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Vincenzo Iaquinta e suo padre sono stati condannati dai giudici di primo grado nel processo “Aemilia”. Il processo, da molti definito maxiprocesso, verteva sul reato di associazione mafiosa per 148 imputati collegati alla ndrangheta. Tra questi a 34 imputati è stata contestata l’aggravante di associazione mafiosa. Com’è noto tra gli imputati figuravano anche Vincenzo Iaquinta, ex calciatore della Juve e della Nazionale e suo padre Giuseppe Iaquinta.

Dai sei anni richiesti per l’ex calciatore dall’accusa i giudici ne hanno accordati solo due per detenzione e possesso di armi e per aver agevolato le attività dell’associazione mafiosa. Il padre è stato riconosciuto come affiliato e per questo condannato a diciannove anni, quanti richiesti dall’accusa. I due sono usciti dall’aula dopo aver appreso la sentenza urlando “Vergogna ridicoli”.