Il Governatore del Veneto Luca Zaia attacca in maniera tutt’altro che velata la riforma della scuola del Governo Renzi. Il leghista ha posto l’accento sulla paradossale situazione creatasi proprio nella sua regione, dove abbondano cattedre vacanti e supplenze periodiche scaturite da quello che Zaia definisce “disastro” dell’algoritmo nazionale.
“Settemila posti liberi in Veneto, seimila in Piemonte, undicimila in Lombardia, duemila in Friuli e Liguria“, questi i numeri impietosi raccolti dal politico nativo di Conegliano, scagliati ovviamente contro il Partito Democratico e Matteo Renzi. “Tante famiglie e tanti studenti che ogni giorno sono costretti a combattere con i disagi causati da questo caos. Devono sapere cosa c’è dietro” ha inoltre aggiunto Zaia.
L’affondo del leghista colpisce anche professori e insegnanti della Sicilia: “I posti vacanti al Nord dovrebbero essere coperti dal tanto decantato piano di assunzioni – ha spiegato Zaia – ma in realtà si tratta di neoassunti che non hanno mai preso servizio dalle nostre parti, dato che la legge gli ha consentito di continuare a fare i supplenti nelle scuole vicino casa“.
“Questi stessi insegnanti – ha continuato – hanno ottenuto per l’anno in corso il riconoscimento del diritto di rimanere nelle province in cui risiedono anche se non esistono ore di lezione da svolgere tali da giustificare lo stipendio fisso che ricevono. A causa di questo sistema – ha concluso – 4.606 professori si godono lo stipendio senza far nulla perché in sovrannumero“.