La notizia è del 10 novembre 2017: sono efficaci le iniezioni di Onabotulinumtoxin A (Botox) per i pazienti con emicrania pediatrica cronica. A dirlo sono alcuni anestesiologi dell’American Society of Anesthesiologists di Boston. I risultati di questo studio sono stati riferiti al Congresso che si è svolto sempre nella città del Massachussetts dal 21 al 25 ottobre scorso. Michael David Calderon ha dichiarato: «La sindrome algica emicranica può compromettere in modo significativo la qualità di vita del paziente». Ma il suddetto medico, che ha parlato dell’emicrania pediatrica, è invece della California. Egli spiega che il Botox è stato approvato dalla US Food and Drug Administration (FDA), e da questo è andato cambiando molto il livello di attenzione verso la malattia.
Le dichiarazioni sull’emicrania pediatrica di un medico
Si afferma inoltre che la maggior parte degli adulti soffrano di questo disturbo già in età infantile. Si aggiunge poi che: «Di conseguenza, nella stragrande maggioranza dei bambini con emicrania non è possibile prescrivere un trattamento preventivo». Lo studio di Calderon è stato effettuato su un campione di giovani che andava dagli 8 ai 17 anni, a cui erano state somministrate 35 iniezioni di Botox. I medici hanno scoperto ed individuato una certa risposta positiva in alcuni di loro, per un valore che andava da 6 a 4 su una scala lineare da 0 a 10, sia nella durata dell’emicrania pediatrica che nell’intensità. E Calderon stesso afferma ancora che: «Al contrario di molti farmaci contro l’emicrania, che possono dare effetti collaterali tra cui sedazione, bocca secca e confusione, il Botox è stato ben tollerato» e che: «Dai nostri dati retrospettivi, relativi a un periodo di cinque anni, non emergono perdite di efficacia dovute alle somministrazioni ripetute. I risultati sono quindi incoraggianti, e aprono la strada a studi prospettici di conferma da svolgere con protocolli randomizzati e controllati».
Conclusioni finali sull’emicrania pediatrica
Diremmo che è un risultato molto buono e soddisfacente e che riuscirà, sicuramente a dare i suoi frutti a tutti quei bambini e piccoli pazienti che da anni non hanno ancora trovato una risposta al loro disagio in salute riguardo a questo “male”. Male che non dovrebbe certamente colpire nessuno, ma che, quando si “abbatte” sui più piccoli, è proprio una vera piaga. D’ora in poi dunque potremo ricordare queste nuove scoperte in molti casi e affermare che gli USA sono stati molto utili agli studi in tal senso. Come si vedrà, poi, tutta l’America, dalla costa est, a quella ovest (come la California) si è unita per dare un effettivo bel contributo ad una malattia, come l’emicrania pediatrica, che affligge tanti bambini, i quali ora, siamo sicuri, saranno pienamente riconoscenti a questi studiosi.