Infermiera che fingeva di vaccinare: forse in carcere

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È del 13 novembre 2017 la notizia che l’infermiera che in Friuli fingeva di vaccinare i bambini al di sotto di un anno, venga condotta in carcere. Ma ciò che più sconvolge è che i piccoli da vaccinare di nuovo siano moltissimi (per la precisione 7000). Oltre tutto, la Task force interaziendale dell’ospedale di Treviso che era deputato a ciò, dovrà somministrare altre 20.000 dosi nuove pari ad una spesa di qualche centinaio di migliaia di euro.

E non è finita qui: pare si aggiunga, alla cifra per i vaccini nuovi anche la somma per assumere il personale adatto a questo compito. Entro maggio verranno forniti nuovi vaccini ed al piano straordinario verrà posto fine entro maggio dello stesso anno.

 

Dichiarazioni della Task force indetta dalle autorità per vaccinare i bambini

Quello che è chiaro – ha detto il direttore generale dell‘Aas 3, Pier Paolo Benetollo, in attesa dei numeri precisi che saranno disponibili solo martedì – è che alcuni vaccini sono stati somministrati “per finta””.

“Riteniamo che solo una parte delle dosi somministrate dall’assistente sia stata fatta scorrettamentecontinua il dirigente Quindi nel complesso la maggior parte delle vaccinazioni somministrate è certamente efficace”.

E ancora: “Questo fa sì che attualmente i bambini siano protetti, ma non possiamo avere certezza che la loro protezione duri per tutta la vita o per il tempo previsto per la vaccinazione”. La task force ha quindi stabilito di rimanere critica e di somministrare le nuove dosi che saranno tante quante quelle del periodo in cui sono stati vaccinati i bimbi dal 2009 al 2015 dall’infermiera a Codroipo (in provincia di Udine).

Una cosa deve essere chiara – ha detto il Procuratore di Udine Antonio De Nicolo – in questa fase non vogliamo ostacolare l’operato dell’autorità sanitaria distogliendola dal loro compito, che è quello di rivaccinare la popolazione”.

Il futuro dell’infermiera che fingeva di vaccinare i più piccoli

Ma da alcune fonti, oltre all’apertura di un fascicolo di indagini, pare vi sia stata anche la decisione di condurre in carcere l’infermiera. Anche ciò che dice il sindaco di Condroipo è allarmante. Egli sostiene: “Oggi da sindaco mi sento abbandonato”.

Maria Sandra Telesca, assessore regionale alla Salute, ha aggiunto: “Il sistema ha dato subito risposta, in modo compatto, sinergico e efficiente. Questi fatti sono accaduti e, al di là di sterili polemiche che non giovano agli effettivi bisogni di informazione e celere risposta della comunità, ciò che conta è che abbiamo lavorato per monitorare subito la situazione e soprattutto attuare la massima precauzione nei confronti dei bambini e della comunità”.

Ma la situazione è in sé molto grave ed indicativa di un atteggiamento verso le vaccinazioni davvero inquietante. Continua la polemica se vaccinare o non vaccinare, ma sembra effettivamente assurdo non farlo più alla soglia del 2018!

Bambini piccolissimi dovrebbero essere tutelati contro ogni male, anche quello più lieve. Non ci troviamo più ad inizi del XX secolo, quando si veniva assistiti solo su alcune malattie che portavano alla morte.

I medici in più di un’occasione si sono spesi, non più tardi di qualche mese fa nell’affermare che tutti i vaccini sarebbero obbligatori per i più piccoli soprattutto. Non è di molto tempo fa la notizia di un bambino deceduto per un morbillo.

In realtà noi non sappiamo come si evolvano tali malattie che una volta erano guaribili in pochi giorni se non settimane, ma ciò purtroppo accade e dovremmo farci più attenzione, rivolgendo l’orecchio ai consigli degli specialisti del campo che dicono quanto sia importante vaccinarsi sempre e in particolar modo in età infantile.

Qualche considerazione sul destino dell’infermiera

Se l’infermiera è dunque stata incarcerata ci sembra la soluzione migliore, soprattutto per fare in modo che il sistema che dà adito a sfere impazzite che dichiarano quanto non sia necessario vaccinare, possa terminare.

E d’ora in avanti pensiamo a vaccinarci, se non fosse che per la paura di incorrere in una malattia che un domani forse non potrebbe essere guarita.