A poco più di ventiquattro ore dalla chiamata alle urne i risultati elettorali ormai sembrano evidenti, anche se ancora mancano cinquemila sezioni da scrutinare: come previsto il Movimento cinque stelle ha battuto tutti gli altri partiti, raggiungendo una percentuale che scavalla anche le aspettative dei tanti sondaggi preelettorali.
Il M5S guidato da Luigi di Maio, secondo i dati di Ansa, per il momento ha raggiunto il 32%, risultato strabiliante per un partito relativamente giovane con delle linee politiche non del tutto chiare nemmeno al leader stesso.
Lo scandalo “Rimborsopoli” in cui alcuni Parlamentari cinque stelle sono stati coinvolti nelle ultime settimane non ha scalfito il consenso; neanche il fatto che nella squadra dei Ministri presentata da Luigi di Maio pochi giorni prima del voto fossero presenti presunti ex-sostenitori del Pd, come Salvatore Giuliano e Paola Giannetakis.
Ma, ovviamente, gli scandali hanno riguardato tutti i Partiti, come ad esempio quella di Fanpage, che fino alla fine hanno condotto una campagna elettorale ferocissima e senza esclusioni di colpi.
Elezioni 2018, perchè il Movimento 5 Stelle ha vinto
In fondo queste elezioni non hanno fatto che rendere esplicito ciò che si sapeva già: gli italiani non si fidano più dei partiti tradizionali, non si sentono più rappresentati da questi, e piuttosto che votare il vecchio PD e il non più rassicurante Berlusconi, hanno deciso di fare un salto nel vuoto e tentare con i nuovi cinque stelle, perché tanto “peggio di così non possono fare”.
Bisogna inoltre sottolineare che il vero vincitore del Centrodestra è Salvini, leader della Lega, che al momento sembra aver raggiunto quota 18%, superando il Cavaliere (13,9%) e arrivando vicinissimo ai Dem, i veri sconfitti di queste elezioni, che sembrano assestarsi al 20%.
Elezioni 2018, sconfitta PD, Renzi si dimette?
Dobbiamo aspettarci una rivoluzione ai vertici della Sinistra? Renzi si dimetterà? Questo non possiamo saperlo, ma nessuna ipotesi è al momento da scartare.
Dunque i leader populisti e antieuropeisti, almeno così definiti dai media e dalla stampa internazionale, sono quelli che hanno ottenuto più voti. Questo risultato è il segno tangibile della crisi di rappresentatività in cui versa la politica italiana – e non solo -; oltre a rappresentare il forte malcontento dei cittadini nei confronti delle politiche di austerity dell’UE.
La deriva populista che sta investendo l’Occidente ha toccato anche noi, queste elezioni sono un chiaro segno della vittoria delle soluzioni facili e semplicistiche.
Elezioni 2018, la Coalizione di Destra
Adesso dovremmo capire se il M5S riuscirà ad allearsi con qualcuno per governare, e se la Coalizione di Destra reggerà all’onda d’urto di Salvini.
Sia la Coalizione di Destra sia il M5S non hanno raggiunto i voti utili per formare un Governo forte, dunque adesso tutte le soluzioni possibili sono in ballo, anche se in campagna elettorale entrambe le fazioni hanno dichiarato l’impossibilità di creare coalizioni con gli schieramenti contrapposti.
Al momento Alessandro di Battista ha ribadito che il M5S non si aprirà ad una Grande Coalizione: l’unica possibilità accettata dai 5S è che il governo pentastellato si allei, volta per volta, con i diversi schieramenti per avere l’appoggio sui determinati provvedimenti da loro proposti; mossa rischiosissima in quanto crea una forte instabilità in un Paese che avrebbe bisogno di un Governo forte per portare avanti riforme strutturali.
Tutto dipende dal numero di seggi definitivi che otterranno i partiti: al momento al Senato il CD raggiunge 109-119 seggi, mentre alla Camera ne ottiene 245-255; i Cinque Stelle si attestano tra 128-140 seggi al Senato e 230-240 alla Camera; il Centrosinistra oscilla tra 47 e 55 seggi al Senato e 110-120 alla Camera.