Carles Puigdemont, ex presidente della Generalitat catalana auto-esiliatosi in Belgio dopo il referendum sull’indipendenza, è stato arrestato domenica mattina in un’operazione congiunta della polizia spagnola e tedesca mentre dalla Finlandia tentava di raggiungere il Belgio in macchina. L’arresto fa seguito al mandato di cattura europeo temporaneamente sospeso nei mesi scorsi, e riattivato dalla Corte Suprema spagnola venerdì.
Cosa succede adesso a Puigdemont
Puigdemont si trova al momento in un centro di detenzione nel nord della Germania e dovrà comparire oggi in tribunale, dando così il via all’iter che porterà le autorità della Repubblica Federale tedesca a decidere sull’estradizione dell’ex leader del parlamento catalano. Il tribunale tedesco dovrà valutare, sulla base del proprio codice penale, la validità delle accuse mosse dal governo di Madrid. L’ex presidente del parlamento catalano è accusato di alto tradimento e ribellione, accuse seguite al pronunciamento della dichiarazione unilaterale d‘indipendenza della Catalogna dopo la vittoria indipendentista al referendum del 1 ottobre.
Per sfuggire all’arresto nel suo Paese, Puigdemont si era rifugiato in Belgio, un paese in cui non solo può contare sull’appoggio degli indipendentisti fiamminghi e di avvocati specializzati in diritto internazionale, ma uno stato che non prevede direttamente il reato di ribellione. Questa particolarità del codice penale belga complicava il processo di estradizione, che presuppone il riconoscimento del crimine da entrambi i Paesi.
Le cose cambiano in Germania, che ha invece una legislazione in materia molto più simile a quella spagnola, alzando le probabilità che il tribunale tedesco riconosca il crimine e consegni Puigdemont a Madrid.
Le proteste di ieri a Barcellona
Alla notizia dell’arresto di domenica, migliaia di persone sono scese in piazza. Alcune centinaia di manifestati, convocati dai Comitès de Defensa de la República, si sono concentrati di fronte alla sede del governo a Barcellona, altri 55.000 hanno sfilato per il centro della capitale catalana per raggrupparsi di fronte al consolato tedesco. I manifestati sono stati caricati dalla polizia catalana, i Mossos, davanti alla sede del governo di Madrid mentre cercavano di sfondare il cordone di polizia e raggiungere l’edificio. Quasi cento i feriti lievi, 6 gli arresti.
La Spagna è storicamente molto divisa sulla questione catalana in generale, e ovviamente anche sul caso Puigdemont: mentre la fazione indipendentista dichiara la fine della democrazia in Spagna vedendo analogie tra l’attuale processo di repressione del movimento indipendentista e il franchismo, e considerando Puigdemont un prigioniero politico, la fazione opposta vede nell’intervento di Madrid una misura necessaria per conservare l’integrità della Spagna come nazione e per ristabilire la legalità.