Overtourism, ossia alla lettera “sovraffollamento turistico“, rischia di diventare la parola del momento, considerata la sempre maggiore attualità di questo tema, al punto che The Telegraph l’ha proposta come parola dell’anno 2018.
Overtourism: ecco una definizione
Secondo la definizione del dizionario inglese Collins l’overtourism è “il fenomeno secondo cui una destinazione popolare o una particolare vista viene invasa dai turisti in modo insostenibile”.
The phenomenon of a popular destination or sight becoming overrun with tourists in an unsustainable way
Nell’agosto 2016 Rafat Ali, CEO e fondatore di Skift, parlava di overtourism nella prefazione per un articolo dedicato all’impatto del turismo di massa in Islanda.
Il termine è relativamente nuovo e forse non ancora recepito da tutti i dizionari, il fenomeno però è ben noto da tempo anche da noi in Italia, tanto che Venezia è stata di recente definita come la capitale mondiale dell’overtourism.
Il problema della sostenibilità del turismo di massa
L’espressione Overtourism rimanda quindi al tema della sostenibilità dello sviluppo economico e nello specifico del settore turistico, tanto importante per un paese ricco di bellezze storico artistiche e del paesaggio come il nostro. Paesaggio e monumenti, che devono essere valorizzati, ma anche tutelati nella loro integrità.
Il grande, eccessivo, afflusso di turisti nelle mete più famose e gettonate, come ad esempio Venezia, Roma e Firenze, che invadono in massa queste città, rischia di sconvolgere la vita dei residenti e di trasformare i centri storici, facendo perdere loro identità ed unicità.
I casi di Venezia e Barcellona
Il problema si manifesta in maniera dirompente specialmente in determinati momenti dell’anno, come durante le festività, le vacanze estive ed in particolare nel mese di agosto. Ecco che allora i residenti protestano a Venezia come a Barcellona.
L’overtourism non interessa però solo le città, ma anche le spiagge, le isole e le aree naturali, con conseguenze negative per l’ecosistema di queste zone.
L’overtourism quale fenomeno globale
Non è solo il fragile equilibrio della laguna di Venezia ad essere minacciato dai troppi turisti e dal continuo ed eccessivo avvicinamento delle navi da crociera, l’overtourism colpisce anche località come le Cinque Terre e le spiagge della Sardegna, per fare solo qualche esempio. Il fenomeno si estende però ben al di là dell’Italia, assumendo una dimensione globale.
Si trovano a dover affrontare il problema dell’overtourism, città come Barcellona, Dubrovnik, Berlino e persino una metropoli come Tokio. Neppure le isole della Thailandia e delle Filippine sono state risparmiate.
Le possibili cause dell’overtourism
E’ naturale a questo punto interrogarsi sulle possibili cause dell’overtourism. Si dice che le persone viaggiano di più e più facilmente, grazie anche ad internet, al boom delle compagnie low cost ed alla possibilità di effettuare crociere su grandi navi a costi contenuti, cui si aggiunge il calo dei prezzi degli alloggi legato alla diffusione di Airbnb. Sotto accusa è in particolare il cosiddetto turismo “mordi e fuggi”, che invade in maniera incontrollabile le località turistiche più gettonate, concentrandosi nei weekend o in pochi giorni nei periodi di vacanza.
Il vero problema però sembra essere che non vi è stata alcuna forma di programmazione o progettazione del turismo e dei suoi flussi. Si è posta attenzione unicamente al dato economico, puntando sull’aumento dei turisti, come fattore di crescita del settore, senza preoccuparsi delle ripercussioni negative sull’ambiente e sulle popolazioni residenti della presenza di troppi turisti. Ora si cerca di correre ai ripari.
Quali i rimedi contro l’overtourism
Nel tentativo di arginare i flussi di turisti, si fa ricorso ai tornelli, come a Venezia, ai numeri chiusi, agli accessi regolamenti alle spiagge e si cerca di proporre mete alternative, rispetto a quelle più affollate, sulle quali dirottare i flussi turistici.
Governi e amministrazioni locali intervengono sul tema degli affitti turistici, come avvenuto a Londra, Berlino, Barcellona e di recente, nel giugno di quest’anno, anche in Giappone.
Nasce il concetto di inquinamento turistico
Ciò di cui si avverte veramente la necessità ed è sollecitato da varie parti è un intervento di programmazione da parte delle Istituzioni competenti volto a far fronte all’overtourism, che si sta traducendo in problema di “inquinamento turistico“, in danno dei residenti e degli stessi turisti.
Rispetto ad una maggiore sensibilità ed attenzione al tema, si segnalano le iniziative dell’Organizzazione Mondiale del Turismo per il monitoraggio della sostenibilità dello sviluppo del turismo. L’impressione però è che molto ancora si debba fare.
E come turisti, cosa possiamo fare? Adottare condotte rispettose dell’ambiente e dei luoghi che si visitano, cercare partenze e mete “intelligenti”, evitando per quanto possibile il sovraffollamento, potrebbero essere piccoli accorgimenti semplici, ma utili.