Esistono modi più raffinati per dire che si sta andando al bagno. “Vado alla toilette ad incipriarmi il naso” direbbe una elegante signora in un ristorante a tre stelle Michelin; ma toilette fa troppo francese. Il termine vespasiano potrebbe fare al caso italiano. Ma perché si associa il nome di un imperatore romano ad un luogo che nulla ha di regale?
Origine del termine
Ai tempi dell’Imperatore Tito Flavio Vespasiano (I sec. d.C), esistevano per le antiche strade romane degli orinatoi pubblici. Svetonio (I-II sec. a.C.), nel suo De Vita Caesarum, Vita dei Cesari, scrive di Vespasiano “reprehendenti filio Tito, quod etiam urinae vectigal commentus esset, pecuniam ex prima pensione admovit ad nares, sciscitans num odore offenderetur; et illo negante: Atqui, inquit, e lotio est”. Lett. “poichè il figlio Tito rimproverava (a Vespasiano) di aver avuto l’idea di tassare anche le urine, (Vespasiano) mise sotto le sue narici la somma (derivata) dalla prima imposta (sull’urina) chiedendogli se fosse offeso dal suo odore e quando egli negò, lui riprese- eppure è il prodotto dell’urina”.
L’imperatore era conosciuto all’epoca per la sua taccagneria nonché per il suo forte attaccamento al denaro. Quando comprese che l’urina versata in questi orinatoi pubblici veniva usata dai fullones, ossia quelli incaricati di lavare i tessuti per ricavarne l’ammoniaca da usare per smacchiare le vesti (una sorta di detersivo per panni naturale) decise di imporre una tassa sull’urina raccolta.
Già sotto Vespasiano i fullones si riunivano in laboratori adibiti al lavaggio. Tali laboratori costituivano di fatto le prime di quelle che sarebbero diventate le nostre lavanderie moderne. È come se il parlamento italiano oggi approvasse una ulteriore imposta (oltre l’IVA) sui detersivi per panni (cosa che potrebbe essere già in atto).
Taccagno com’era, Vespasiano si vide il proprio nome affibbiato da lì in poi ad un orinatoio. Del resto, come ci suggerisce Svetonio, vulpes pilum non mutat, cioé il lupo perde il pelo ma non il vizio, riferita ovviamente a Vespasiano che non cambiò mai le sue abitudini, soprattutto se di mezzo c’era il denaro.
Significato di Vespasiano
Insomma da questa infelice situazione il nome di Vespasiano rimarrà per sempre legato ad un sanitario, che sia pubblico o privato, ma che oggi può diventare benissimo oggetto di design da parte di esperti del settore.
Fu Duchamp, nel 1917, che risollevò, se vogliamo, il nome dell’imperatore romano nominando l’orinatoio Fontana con tanto di firma “R. Mutt 1917” e rendendolo una delle sue opere più conosciute del XX secolo.