O’ scarpariello, spaghetti alla Nerano, parmigiane di melanzane e zucchine e tanti altri piatti della cucina tipica napoletana nel cuore di Milano. Il nome, d’altronde, dice già tutto: si chiama “Bello e Buono” ed un piccolo angolo partenopeo in viale Sabotino (zona Porta Romana).
Un’attività inaugurata appena qualche anno fa che, in breve tempo, ha visto crescere a dismisura clienti e consensi, forse anche più di ogni rosea aspettativa. A gestire questo piccolo “tempio” della cucina napoletana c’è una famiglia di San Giuseppe Vesuviano, con madre e figlio che fanno la differenza dietro al bancone.
I costi (eccellenti per Milano) e l’eccellenza dei prodotti fanno di “Bello e Buono” uno dei migliori locali per il rapporto qualità/prezzo. Poi, l’ambiente familiare e la simpatia dei proprietari, fanno il resto, creando una formula vincente che ha conquistato la sempre esigente platea della clientela milanese.
Non a caso, nel giro di un paio di anni, “Bello e Buono” ha aperto anche un’angolo di gastronomia (nell’attigua viale Bligny), è stato il primo a posizionarsi con un’Ape car (street food) davanti all’Università Bocconi (per la gioia degli studenti) e partecipa attivamente ad eventi, manifestazioni e serate in giro per la città sempre con la mitica Ape Car.
Con appena 7,50 euro è possibile degustare uno dei 4-5 primi piatti previsti dal menù; con lo stesso importo si può ordinare una classica parmigiana di melanzane o di zucchine, servita in un tegamino bollente. Alla vecchia maniera, insomma. Per accontentare anche i clienti più esigenti, il menù prevede anche la “millesfoglie di melanzane” in cui, come prevede la tradizione partenopea, la ricetta varia leggermente rispetto alla classica parmigiana.
Insomma, un locale molto economico (vista la media dei prezzi milanesi) ed estremamente legato alle origini, alla tradizione e al territorio da cui provengono i proprietari. Se proprio dobbiamo trovarci qualche neo, c’è da dire che gli spazi sono molto ma molto ridotti. Pranzare o cenare comodamente è alquanto difficile (bisogna essere fortunati) ed è concreto il rischio di dover sistemarsi in una posizione di fortuna è molto elevato. Qualche appunto anche sui vini a causa della scarsa possibilità di scelta.
Nel complesso, “Bello e Buono” merita un bell’otto pieno in pagella. Con alcuni accorgimenti potrebbe addirittura avvicinarsi alla perfezione.