Entrare in un aeroporto senza superare alcun controllo di sicurezza? Passeggiare liberamente sulla pista di decollo e atterraggio? Salire su un aereo e potenzialmente mettersi alla guida e partire? All’aeroporto Costa d’Amalfi di Salerno Pontecagnano tutto questo è possibile. E di certo non è un grande vanto per i gestori dello scalo salernitano, né per l’aeroporto stesso.
A togliere il coperchio su un vaso di Pandora fatto di mala gestione, sprechi e beghe politiche è Antonio Crispino del Corriere della Sera, che in un video – incredibile – mostra quanto sia semplice avere libero accesso all’aeroporto e non solo.
“Può entrare chiunque, anche di notte – racconta il giornalista -. Facciamo una prova muniti di telecamera. Fino a un certo punto entriamo addirittura con la nostra auto. La lasciamo in uno spiazzo sterrato dove troviamo vecchi mezzi dell’esercito e carcasse di auto abbandonate. Ma siamo già all’interno della zona off limits. Proseguiamo a piedi fino ad arrivare sulla pista di decollo o atterraggio. Passeggiamo. Ci sono alcuni aerei parcheggiati ai margini, tra questi due elicotteri del Corpo forestale dello Stato e i mezzi dei Vigili del Fuoco. Entriamo in un bimotore posizionato proprio sotto la torre di controllo. È tutto pronto per il decollo, nessuno ci ostacola. Siamo a un’ora e mezza dalla capitale”.
Una situazione evidentemente inaccettabile. Eppure, oltre a essere un vanto per chi quell’aeroporto lo ha studiato e creato, lo stesso Costa d’Amalfi ha negli anni ricevuto fondi e investimenti milionari. “Il governatore della Regione Campania – ricorda il Corriere – ci ha appena investito 2,5 milioni di euro, quello della Basilicata ne investirà pochi meno. Ma l’aeroporto di Salerno-Pontecagnano è un vero e proprio colabrodo, a tutti i livelli: gestionale, infrastrutturale e di sicurezza”.
Soltanto l’infrastruttura è costata nove milioni di euro: una cifra, già di per se monstre alla quale vanno aggiunti tutti gli incentivi dati alle varie compagnie aeree per convincerle ad atterrare a Salerno. L’assegno più grosso, nel 2010, lo ha incassato Alitalia: 3,7 milioni di euro versati dal Cda del Costa d’Amalfi per due rotazioni giornaliere da Salerno a Milano e una verso Roma. Peccato però che la pista fosse troppo corta per aerei di grosse dimensioni – e questo un consiglio d’amministrazione dovrebbe saperlo – e che appena sedici mesi dopo Alitalia – o meglio l’AirAlp, una compagnia collegata – abbia interrotto la collaborazione.
Quasi dieci anni prima, nel 2001, era fallita un’altra soluzione. La racconta Antonio Valiante, ex vice presidente della Regione Campania ai tempi di Antonio Bassolino presidente, al Corriere della Sera. In Campania c’era già la Gesac, una società di gestione aeroportuale che aveva il controllo dell’aeroporto di Napoli Capodichino e che bene aveva fatto fino a quel momento. “Incontrai i vertici della società chiedendo di risolvere il nodo di Salerno – spiega Valiante al quotidiano di via Solferino -. Mi diedero la disponibilità non solo a gestire lo scalo ma anche a fare tutti i lavori necessari, compreso l’allungamento della pista di decollo, a loro spese”.
Peccato, però, che “i sindaci di Salerno, prima Vincenzo De Luca e poi Mario De Biase, a parole si dicevano d’accordo ma poi non arrivava mai una risposta concreta. E l’accordo svanì. Diciamo – ammette Valiante – che ci fu un eccesso di salernitanità rispetto alla napoletanità. Ebbero paura che con l’arrivo di una società di Napoli la gestione dell’aeroporto avrebbe escluso i salernitani”.
Oggi alla guida della Regione Campania c’è però proprio quel Vincenzo De Luca, che sembra aver cambiato idea, avendo chiesto alla Gesac – non più di qualche giorno fa – di riprendere il discorso su quell’accordo vecchio ormai di dieci anni. Risultato? L’aeroporto di Salerno Pontecagnano è fermo, inutile: una sorta di parco giochi per facoltosi proprietari di piccoli aerei privati. A decollare, fino ad oggi, sono stati solo gli sprechi. Quelli sì.