Le novità di oggi su Amnistia e Indulto, relative all’11 marzo 2017, arrivano da un confronto fatto da degli esperti, su come ci siano problemi veritieri ed effettivi nelle carceri italiane. Infatti, analizzando un dato su delle carceri in Venezuela e facendo un confronto, si può capire come in Italia la situazione sia davvero critica.
I DATI SULLE CARCERI IN ITALIA
In Italia al 28 febbraio 2017 il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria contava un totale di 55.929 detenuti (la capienza regolamentare è per 50.177 persone); l’associazione Ristretti Orizzonti ha calcolato che nel 2016 i detenuti morti in carcere sono stati ben 115. In Venezuela la ong Observatorio Venezolano de Prisiones (OVP) ha contato circa 60.000 detenuti e 173 morti nel 2016: parliamo di uno dei regimi carcerari più violenti al mondo, controllato dagli stessi detenuti che tramite estorsioni, traffico di droga e di armi all’interno delle carceri, detengono un potere enorme.
Solo in poche carceri si parla di “disciplina militarizzata”. Insomma, in percentuale muoiono più persone nelle carceri italiane che in quelle venezuelane, che sono tra le più violente al mondo. I ministri della Giustizia, sia italiano che quello venezuelano, ogni volta che gli si viene ricordata la cosa, rispondono, come se fossero d’accordo, che sono numeri equi e che il trend negativo è in calo. Effettivamente è proprio su questo che i Radicali, nella persona di Rita Bernardini in primis, stanno lottando, cioè, diminuire le morti in carcere, discutere di metodi consoni e civili, cosa che sembrerebbe non esistere, anche in un Paese come l’Italia.
AMNISTIA E INDULTO 2017: RITA BERNARDINI NEI CARCERI