Sono sempre più frequenti i casi di suicidio in carcere, un dato infatti che continua a salire. Uno dei principali motivi che porta i detenuti a compiere un atto estremo è la situazione di vita carceraria che è costretto a vivere. Sovraffollamento, mancanza di punti di ascolto psicologici, mancanza di assistenza sanitaria personale…tutto questo contribuisce ad uno stato di degrado e di disagio che può portare ad un gesto estremo. Nonostante la continua lotta per amnistia e indulto, questi restano i principali temi e problemi delle carceri in Italia.
SUICIDI NELLE CARCERI DELLA SICILIA: I PROVVEDIMENTI
Una delle regioni italiane con alto tasso di suicidi in cella è di sicuro la Sicilia, che negli ultimi tempi ha purtroppo registrato 2 suicidi, 20 casi di tentato suicidio e circa 200 casi di autolesionismo. Dei numeri che sono la controprova lampante che qualcosa non funziona nell’organizzazione degli Istituti di Pena, e soprattutto nelle condizioni di vita della popolazione carceraria. Per questo motivo, l’assessore alla Salute della Regione Siciliana Baldo Gucciardi, ha firmato per un progetto chiamato “Prevenzione del rischio suicidi ed atti autolesivi in carcere”, atto appunto a prevenire gli atti di autolesionismo e di suicidio grazie ad un lavoro diagnostico-terapeutico.
LE DICHIARAZIONI DI GIUSEPPE GIAMMARCO
Il progetto è stato ben accolto anche dal direttore generale dell’Asp, Giuseppe Giammarco, che ha così commentato: “Con questo progetto, subito sostenuto dai direttori della Case circondariali del nostro territorio, vogliamo condividere con gli operatori degli istituti penitenziari conoscenze e prassi per migliorare la qualità di vita di una persona in un momento della vita nel quale è più avvertito il bisogno di ascolto e di attenzione. È la prima proposta formativa del tipo in Sicilia che si muove in linea con gli atti d’indirizzo nazionali e regionali, e siamo fieri di poter lavorare in questo senso”.