Amnistia e Indulto Ultime Notizie: le dichiarazioni di Roberto Giachetti

Sono passati solo alcuni giorni dalla V Marcia per Amnistia e Indulto, una marcia che è servita a riportare, ancora una volta, a galla i problemi oggettivi che affliggono i penitenziari italiani. A seguito della marcia, molte sono state le dichiarazioni di quanti hanno partecipato. Molto sentita anche l’intervista, ai microfoni di Radio Radicale, a Roberto Giachetti, vice presidente della Camera dei Deputati, che ha spiegato le motivazioni della sua partecipazione.

LE DICHIARAZIONI DI ROBERTO GIACHETTI SU AMNISTIA E INDULTO

La Marcia di Pasqua per Amnistia e Indulto ha visto la partecipazione di numerose persone e personaggi politici. Tra questi Roberto Giachetti, vice presidente della Camera dei Deputati, che ha spiegato i motivi della sua partecipazione. Giachetti è molto vicino alla realtà carceraria, essendosi recato molto spesso a fare visita in diversi penitenziari italiani, dunque il suo appello resta quello di prendersi cura delle condizioni di vita della popolazione carceraria. Ecco quanto dichiarato ai microfoni di Radio Radicale:

Giro spesso nelle carceri, e più giro e più mi rendo conto che una parte consistente della popolazione carceraria è costituita da persone che hanno compiuto reati 20 – 30 anni fa e oggi si trovano a scontare pene minime e a vivere nel clima della galera che è bestiale. Devo dare atto ai Governi di questi ultimi anni e al Ministro Orlando che ha prodotto dei provvedimenti che hanno migliorato la situazione, però non basta, si deve intervenire di più ma non bisogna farlo solo per la popolazione carceraria ma per la Giustizia”.

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COSA CI SI ASPETTA DOPO LA MARCIA DI PASQUA

Lo spirito che ha mosso ancora una volta la Marcia, è quello di portare l’attenzione sulle condizioni della vita carceraria, dove ottimi metodi di miglioramento potrebbero essere quelli dell’amnistia dell’indulto e dell’abolizione dell’ergastolo ostativo. Ad ogni modo, in linea generale, si richiede una Riforma della Giustizia che possa essere degna di un Paese civile; che la pena possa diventare momento di rieducazione e riabilitazione piuttosto che creare nuovi semi di delilnquenza.