Le ultime novità in tema di Amnistia e Indulto nell’intervista a Radio Radicale all’On. Rita Bernardini e Gianpaolo Catanzariti, membro dell’Unione Camere Penali di Reggio Calabria
In seguito alle 5 ore e mezza di visita al carcere di Reggio Calabria, Rita Bernardini e Gianpaolo Catanzariti hanno rilasciato un’intervista per Radio Radicale della loro esperienza. Dalle loro parole, risultano evidenti i problemi legati alla carcerazione preventiva, e alle mancanze affettive di molti detenuti che non sempre possono vedere i propri familiari.
Il primo commento alla visita è fatto da Rita Bernardini, che riguardo al carcere di Reggio Calabria ci tiene a precisare che si tratta di un istituto completamente diverso dagli altri, dove si trova una maggiornaza di detenuti che sono in attesa di giudizio. Su 216 solo 54 sono definitivi, e spesso l’attesa è molto lunga, tanto da trasformare la custodia cautelare in una vera e propria detenzione. “Noi abbiamo incontrati più che altro detenuti all’alta sicurezza” racconta la Bernardini “detenuti che provenivano da istituti penitenziari di tutta Italia e che si trovanvano a Reggio Calabria per i processi. Abbiamo girato ogni angolo dell’istituto. Noi siamo abituati a girare non solo le celle, ma a dialogare con i detenuti, che abbiamo incontrato più che altro nel momento del passeggio. Delle 26 donne, 6 dell’alta sicurezza le abbiamo incontrate alle celle, le altre in un momento di socialità con le volontarie del carcere”.
Una delle difficoltà più grandi, si evince dalle parole della Bernardini, è che molti dei detenuti sono reclusi in altre parti d’Italia, se entono più di ogni altra cosa, la mancanza dei propri cari. A tal proposito la Bernardini afferma: “L’affettività è tutto per una persona che è ristretta, magari sono disposti anche a vivere sacrificati, pur di poter abbracciare una volta a settimana i propri familiari. Noi abbiamo previsto con gli Stati Generali dell’Esecuzione Penale, io in paricolare ho coordinato il tavolo sull’affettività in carcere e abbiamo previsto delle misure che mi auguro siano discusse e approvate rapidamente, perché al Senato è in discussione la riforma dell’Ordinamento Penitanziario. abbiamo previsto che, nel caso un detenuto si trovi in un Istituto molto lontano dalla famiglia, siano previste delle misure compensative.”
L’avvocato Giampaolo Catanzariti racconta della sua esperienza di visita nelle carceri come un’esperienza di vita, lontana dal suo lavoro di avvocato. Parla di persone dimenticate dallo stato, che attendono la presenza di qualcuno interessato a loro. Il problema più sentito è di sicuro la durata eccessiva della custodia cautelare. “Avrebbe un senso se fosse una risposta emergenziale limitata nel tempo – dice a riguardo l’avvocato Catanzariti –ma quando a causa delle lungaggini dei processi la custodia cutelare diventa un’anticipazione di pena, che spesso può essere una pena sofferta ingiustamente”.
“La nostra proposta– dichiara Rita Bernardini –è un provvedimento di amnistia e di indulto unito alla riforma della giustizia e all’abolizione dell’ergastolo ostativo”.