La nuova campaga per ricevere maggiori iscrizioni al Partito Radicale è stata affidata al regista Ambrogio Crespi. La campagna ha l’ambizioso traguardo di raggiungere i 3000 iscritti ento l’anno 2017 ed altrettanto per l’anno prossimo. Ma chi è Ambrogio Crespi e perché è stato scelto lui per parlare di temi importanti come carcere, amnistia e indulto, da sempre il cuore del pensiero radicale? Vediamolo insieme.
Ambrogio Crespi non è nuovo delle tematiche she stanno più a cuore ai Radicali, è stato lui infatti a dirigere il focu-film “Una ferita italiana” sulla storia di Enzo Tortora, l’uomo che nel 1983 fu accusato e arrestato ingiustamente per traffico di stupefacenti. Altro docu-film di Ambrogio Crespi è poi “Spes contra Spem, Liberi dentro” che tratta il difficile tema dell’ergastolo ostativo, la peggior forma di pena esistente che equivale ad una morte in vita. Sarà dunque Crespi, già affine a queste tematiche, a curare la nuova campagna del Partito Radicale.
I coordinatori e maggiori esponenti del Partito Radicale, Nonviolento, Transnazionale e Transpartito, ossia Rita Bernardini, Antonella Casu, Sergio d’Elia e Maurizio Turco, hanno voluto ringraziare con queste parole il regista: “Ringraziamo Ambrogio Crespi per aver accettato – a titolo gratuito – la responsabilità della comunicazione della campagna di iscrizioni al Partito Radicale che, nel suo ultimo Congresso tenutosi nel carcere di Rebibbia a Roma, ha preso atto che condizione minima, tecnica e politica, per la propria esistenza ed attività è il raggiungimento di 3000 iscritti nel 2017 e altrettanti nell’anno successivo.”
“Un obiettivo difficile – hanno detto i quattro dirigenti del Partito Radicale – dal quale dipende la prosecuzione della battaglia storica di Marco Pannella per l’amnistia e l’indulto quale premessa indispensabile per una Giustizia giusta improntata al diritto penale minimo, che sia resa in tempi equi e ragionevoli, da giudici terzi ed imparziali, equidistanti tra accusa e difesa, oltre che quelle per l’abolizione dell’ergastolo ed il superamento del 41 bis, per lo Stato di Diritto, gli Stati Uniti d’Europa ed il riconoscimento del Diritto Umano alla Conoscenza, senza il quale sarebbe meramente declamatorio o illusorio ogni obiettivo di riforma e soluzione ai problemi del nostro tempo e delle nostre società”