Morto ieri in ospedale a Napoli, Stefano Crescenzi di 36 anni, detenuto romano in attesa di giudizio. Gli è stata negata la scarcerazione nonostante le sue condizioni di salute fossero molto gravi. Le ultime novità su amnistia, indulto e carceri direttamente da Secondigliano.
Era in attesa di giudizio, Stefano Crescenzi, il detenuto 36enne accusato di aver compiuto l’omicidio di Giuseppe Cordaro a Roma nel marzo del 2013. Per un lungo periodo, il ragazzo ha rifiutato il cibo, rendendosi sempre più debole fino ad entrare in coma. Nonostante le sue condizioni fossero state giudicate come molto gravi, non è stata accolta la richiesta di scarcerazione. Gli è stata dunque negata la possibilità di essere preso in cura in un luogo più adeguato. La decisione gli è costata la vita. Ieri infatti Stefano Crescenzi è morto in ospedale a Napoli.
A denunciare il fatto, gli avvocati dell’uomo. “Il detenuto è in imminente pericolo di vita” queste le esatte parole del certificato dei sanitari che corredava l’istanza di scarcerazione datata al 19 gennaio. Nell’istanza si chiedeva di “adottare urgentemente una decisione che consenta al detenuto di ricevere le cure adeguate in un centro specializzato”.
Purtroppo però, nell’attesa di avere una risposta, Stefano Crescenzi, si è aggravato ulteriormente e dopo essere entrato in coma è morto. Forti le accuse che arrivano dai Radicali, in primis Rita Bernardini, che sul suo profilo Facebook grida lo sdegno verso lo “Stato Criminale”.