Questa mattina, alle ore 11,00, a Sulmona si sono tenuti i funerali di Fabrizia Di Lorenzo, la 31enne vittima, insieme ad altre undici persone, dell’attentato terroristico di Berlino dello scorso 19 dicembre. Quella tragica sera, quando il tir si è scagliato contro i mercatini di Natalea Breitscheidplatz.
Oltre 3mila persone si sono riversate nella piccola piazza antistante la cattedrale di San Panfilo occupando anche la strada che conduce al Duomo. Vicini l’uno all’altra come in un cordone, stretti in un rigoroso silenzio.Per dare l’ultimo saluto a Fabrizia: amica, sorella, figlia, e “cittadina esemplare” come la definiva il Premier Gentiloni nel suo intervento a commemorazione delle vittime del terrorismo. A presiedere la cerimonia il Monsignor Angelo Spina, vescovo della Diocesi Sulmona-Valva, davanti alle più alte cariche dello Stato: il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella accompagnato dal ministro degli interni Marco Minniti. Presenti anche il vice presidente del CSM Giovanni Legnini, il Presidente della Regione Luciano D’Alfonso e il sindaco Anna Maria Casini. All’interno della chiesa non è stato consentito l’ingresso delle telecamere, niente fotografi.
Una folla silenziosa, gente che in questa città è nata e cresciuta e che l’ha vista andare via, ha accompagnato Fabrizia nell’ultimo viaggio. Un composto applauso ha abbracciato la salma prima e dopo i funerali, quando il corteo si è avviato verso il cimitero per la tumulazione, rigorosamente privata come voluto dai familiari.
Sulmona saluta la sua ragazza d’Europa, che “con il sorriso” come un angelo veglierà sulla comunità e proteggerà soprattutto i giovani, perché: “I giovani capiscano quanto è prezioso il dono della vita che va difeso e custodito e perché ognuno di noi sia ambasciatore e costruttore di un mondo di pace”. Queste le parole commosse e sentite di Monsignor Spina, che ha ricordato anche la vicinanza alla famiglia della giovane vittima, il papà Gaetano, la madre Giovanna e il fratello Gerardo a cui la città si fa intorno in una calorosa presenza.
Fabrizia lascia un vuoto incolmabile, ma restano i valori che l’hanno accompagnata fino in Germania: la semplicità, la gentilezza, l’apertura al multiculturalismo. Si pensa già ad un monumento, un’iniziativa pubblica, un luogo d’incontro da intitolarle come tributo alla memoria. Oggi, lutto cittadino: saracinesche abbassate, bandiere a mezz’asta e lumini bianchi lungo Corso Ovidio,simboli di una città che vuole silenzio.