È cominciata questa mattina alle 9.15 presso la Grande Camera della Corte dei Diritti dell’Uomo, con sede a Strasburgo, l’udienza cardine per il futuro politico di Silvio Berlusconi.
Tema dell’udienza, la legittimità dell’applicazione retroattiva della legge Severino che quattro anni fa esatti estromise l’ex premier dal parlamento e ad oggi gli impedisce la possibilità di potersi ricandidare. La Legge Severino, entrata in vigore il 6 novembre 2012 fu approvata dalla maggioranza che sosteneva il governo Monti, e prevede la messa in atto di un piano di prevenzione e repressione della corruzione.
L’aula in cui si sta svolgendo l’udienza ha raggiunto la sua capienza massima ospitando più di 500 persone, tra gli accrediti una quarantina di giornalisti tra italiani,francesi, tedeschi e altri membri della Unione Europea, ma anche studenti, avvocati e giuristi.
Lo scorso maggio, la Corte di Strasburgo aveva ridotto al minimo le speranze di Silvio Berlusconi, riguardo i tempi della sentenza escludendo un verdetto prima del luglio del 2018, quindi l’ex Cavaliere non sarà candidabile sia che si vada a votare per le politiche in autunno, sia che ci si vada a naturale scadenza della legislatura a primavera 2018.
Udienza di Strasburgo, le Parole di Berlusconi
“È stata un’attesa davvero lunga, durata cinque anni. Ma in queste ore sono sereno e soprattutto fiducioso – queste le parole dell’ex premier – Mi aspetto che in tempi contenuti la corte accolga il mio ricorso. Il mio ruolo nella prossima campagna elettorale è comunque già chiaro: indipendentemente dalla candidabilità, sarò in campo per portare il centrodestra al governo del paese”, afferma Berlusconi in un colloquio su Repubblica.
Il presidente in carica della Corte è l’italiano Guido Raimondo, 64 anni, in quale ha oggi ha preferito non presiedere l’udienza. La decisione stabilita dalla corte deve essere attuata da parte della giurisdizione nazionale e presentare un appello è possibile solo per le sentenze di una delle Camere ma non è previsto per le decisione della Grande Camera, come nel caso dell’udienza odierna.
Sentenza CEDU, la difesa del Cavaliere
La linea di difesa di Berlusconi verte sul fatto che i fatti per cui è stato condannato (frode fiscale nel processo Mediaset, nell’estate del 2013) siano avvenuti prima dell’entrata in vigore della legge.
La faccenda è molto delicata anche e soprattuto da un punto di vista politico, l’udienza di oggi potrebbe acquisire un valore storico poiché se la Grande Camera dovesse accogliere il ricorso di Berlusconi, il cavaliere potrebbe riottenere la piena agibilità politica e quindi candidarsi legittimamente come aspirante premier.
L’ex Presidente è convinto di poter ripetere il successo del ’94, mettendo in atto lo stesso copione di allora, ossia entrando in scena come un deus ex machina per sconfiggere il pericolo di turno, oggi rappresentato non più da Renzi, che secondo Berlusconi “non rappresenta più un alternativa credibile”, bensì dal Movimento 5 stelle.