Ci sono sviluppi sulle ragazze rapite ieri a Yobe da Boko Haram, un’organizzazione fondamentalista e jihadista che opera in quella parte della Nigeria. Ieri era stato lanciato un allarme internazionale per il rapimento di studentesse da una scuola locale.
Tutt’ora non è ancora chiaro quale sia il numero effettivo delle ragazze tenute prigioniere e disperse. Ieri in serata, la BBC parlava di almeno centodieci ragazze. Oggi alcune studentesse sarebbero ritornate a casa.
A dare l’annuncio il portavoce del governatore locale, non si sanno però i dettagli, nè quante ragazze siano ancora effettivamente prigioniere.
Sequestro Nigeria, l’appello dei genitori
L’allarme è partito anche dalle famiglie che, scontente delle risposte vaghe delle autorità, si sono rivolte alla stampa. “Le nostre ragazze sono scomparse da due giorni e non sappiamo dove si trovino”, dice un familiare, “ci è stato detto che erano fuggite in altri villaggi, ma siamo stati in tutti quelli menzionati, senza successo. Iniziamo a temere che sia successo il peggio e abbiamo paura di dover affrontare un nuovo scenario come quello di Chibok“.
La paura, infatti, è proprio quella che si ripeta una situazione come quella avvenuta quattro anni fa a Chibok, sempre in Nigeria. Lì furono centinaia le ragazze rapite e usate come controparte nelle trattative con lo stato nigeriano.
Al momento dell’attacco, iniziato lunedì scorso e conclusosi ieri, c’erano almeno 710 ragazze nella scuola – dicono i maestri – la loro età partiva dagli 11 anni.