È stato aperto un fascicolo d’indagine da parte della Procura Militare di Roma per chiarire quali siano i diritti e le competenze in merito alla vicenda della casa dell’ex ministra della Difesa Elisabetta Trenta, che si trova nella zona di San Giovanni in Laterano. Lo ha annunciato all’ANSA il procuratore militare Antonio Sabido, specificando che si è trattato di un “atto dovuto” dopo le notizie circolate, sebbene al momento non ci siano indagati né ipotesi di reato. In altre parole, si tratta di un’indagine di carattere conoscitivo.
Il procuratore Sabido ha aggiunto “Faremo tutti gli accertamenti del caso per sgomberare ogni dubbio, anche da un punto di vista amministrativo”.
Il fascicolo in questione è a “modello 45”, ossia il registro degli atti che non costituiscono notizia reato.
Caso Trenta: cosa è successo
A diffondere la notizia ci ha pensato il Corriere della Sera nella serata di domenica 17 novembre. L’abitazione, come riporta il quotidiano, è stata richiesta dalla ex ministra della Difesa malgrado ne abbia una di sua proprietà a Roma. La casa imputata spetterebbe infatti a chi detiene una carica nel governo. Ed è proprio qui che sorgono i dubbi riguardanti il diritto della Trenta di continuar ad usufruire della casa “di servizio”.
L’ostacolo sarebbe stata aggirato con l’assegnazione dell’abitazione al marito, essendo maggiore dell’Esercito. Dal canto suo, la Trenta si è difesa parlando di due iter di assegnazione: la prima a lei in qualità di ministra e in secundis al marito.
L’ex ministra pentastellata ha dichiarato a tal proposito: “Non ho chiesto subito l’alloggio pur avendone diritto, ma soltanto nell’aprile scorso. Ho resistito il più possibile nel mio. Un ministro durante la sua attività ha necessità di parlare con le persone in maniera riservata e dunque ha bisogno di un posto sicuro”.
Inoltre ha aggiunto che nel suo appartamento al Pigneto c’erano “problemi di contro e sicurezza” a causa dello spaccio di droga che avveniva in quella zona. In ogni caso, ha ribadito, “avevo bisogno di un posto dove incontrare le persone, di un alloggio grande”.
L’ex ministra ha concluso:
Anche adesso continuo ad avere una vita diversa. È una vita di relazioni, incontri. È evidente che sono sotto attacco. Da parte di chi? Non lo so. È un attacco al presidente Conte? All’Aise, al Movimento? Alla Link Campus, dove sono tornata a lavorare?.
L’ex ministra della Difesa ha replicato oltremodo con un lungo post su Facebook alle accuse nei suoi confronti.
Leggo e vedo strumentalizzazioni di ogni nei miei confronti. Da ministro avrei potuto usufruire di un alloggio di…
Gepostet von Elisabetta Trenta am Sonntag, 17. November 2019
Le reazioni politiche
L’attuale ministro degli Esteri e leader del M5S Luigi Di Maio ha commentato così a Rtl 102.5:
È inaccettabile: Trenta ha smesso di fare la ministra, aveva tre mesi per lasciare la casa, ed è bene che la lasci. Se il marito, come ufficiale, ha diritto all’alloggio può fare domanda e potrà accedere come gli altri ufficiali dell’esercito a un appartamento. Questa cosa fa arrabbiare i cittadini e anche noi del m5s, gli unici deputati che si tagliano gli stipendi”.