Castrazione chimica sì o no in Italia? È il quesito che si pongono opinione pubblica e mondo politico a fronte degli innumerevoli casi di violenza che negli ultimi tempi affliggono la nostra società, in ultimo lo stupro di gruppo avvenuto a Viterbo ai danni di una ragazza di 36 anni.
Favorevole a tale pratica ‘deterrente’ è il ministro dell’Interno Matteo Salvini, che in più di un’occasione ha espresso il suo consenso e la volontà di renderla effettiva in Italia nonostante il no del Movimento 5 Stelle.
De facto, il leader leghista ha sottolineato l’importanza di questa soluzione: “Nessuna tolleranza per pedofili e stupratori: la galera non basta, ci vuole anche una cura. Chiamatela castrazione chimica o blocco androgenico, la sostanza è che chiederemo l’immediata discussione alla Camera della nostra proposta di legge, ferma da troppo tempo, per intervenire su questi soggetti. Chiunque essi siano, bianchi o neri, giovani o anziani, vanno puniti e curati”. In riferimento allo stupro di Viterbo.
Un’eventuale proposta, pertanto, andrebbe a modificare l’art. 165 del codice penale, escludendo la somministrazione obbligatoria in favore di una sospensione condizionale della pena subordinata a trattamenti farmacologici che inibiscano la libido. L’obbligatorietà risulterebbe altresì anticostituzionale, dal momento che l’articolo 27 indica esplicitamente che “le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”.
Castrazione chimica: cosa è e come funziona
La castrazione chimica è per l’appunto un tipo di castrazione non definitiva che comporta la riduzione della pulsione e della funzionalità sessuale operata grazie all’uso di determinati farmaci, che agiscono a livello ormonale e non solo. In altre parole, la castrazione è un intervento atto a sopire in un certo senso l’appetito sessuale e le sue funzioni.
I farmaci più utilizzati attualmente sono gli anti-gonadotropinici, gli anti-androgeni non-steroidei e gli agonisti dell’ormone di rilascio delle gonadotropine. Viene adoperato soprattutto il medrossiprogesterone, il quale agisce sul cervello inibendo il rilascio degli ormoni che stimolano i testicoli alla produzione di testosterone, uno dei principali ormoni sessuali.
Negli Stati Uniti vengono impiegati anche gli psicofarmaci, generalmente utilizzati nel trattamento di alcune patologie psichiatriche. Per di più sono noti per indurre pesanti disfunzioni sessuali, come ad esempio gli antipsicotici che bloccano la pulsione inibendo l’azione della dopamina, uno dei neurotrasmettitori più implicati nello stimolo e nel piacere sessuale, e spesso stimolando la sintesi di prolattina, chiamata ad interferire col funzionamento sessuale.
Castrazione chimica: quali Paesi la applicano
La castrazione chimica viene applicata in ben 13 Stati europei, per lo più Paesi del Nord Europa, che ne fanno ricorso per controllare la devianza sessuale.
Sono:
- Germania;
- Francia;
- Regno Unito;
- Belgio;
- Svezia;
- Finlandia;
- Norvegia;
- Danimarca;
- Estonia;
- Lituania;
- Polonia;
- Ungheria;
- Islanda.
Al di fuori dei confini europei, questa pratica è prevista in otto Stati Usa:
- California;
- Florida;
- Georgia;
- Louisiana;
- Montana;
- Oregon;
- Wisconsin;
- Texas: la castrazione è fisica.
La castrazione viene pratica anche in Argentina, Australia, Nuova Zelanda e Israele.