Sembrano purtroppo essere arrivate la capolinea le speranze di sopravvivenza per il povero Charlie Gard: infatti, i genitori hanno rinunciato a portare il bambino negli Stati Uniti per provare la cura sperimentale che rappresentava l’ultima speranza per il piccolo di neanche un anno. Secondo la famiglia, che ha comunicato la decisione attraverso una nota del loro avvocato, non ci sarebbero più speranze di guarigione per il loro figlioletto a questo punto e, pertanto, preferiscono non sottoporlo a questo ulteriore stress.
I genitori rifiutano il trasferimento negli USA
Dopo aver lottato a lungo per poter sottoporre il piccolo Charlie alle cure sperimentali americane, i genitori si sono arresi perché convinti che oramai sia troppo tardi per qualsiasi azione che possa salvare la vita al bambino. “Charlie non vedrà il suo primo compleanno”, sono queste le dolorose parole del padre del piccolo riferite dall’avvocato della famiglia e, purtroppo, a meno di miracoli, potrebbe essere così. La scelta dei genitori è in realtà condizionata anche dal medico statunitense ideatore di questa cura sperimentale il quale ha riferito alla famiglia che il bambino ha riportato danni celebrali troppo gravi per poter guarire, spingendo i coniugi Gard alla rinuncia al viaggio negli USA.
Il caso Charlie Gard
Il destino del piccolo Charlie ha tenuto banco a lungo nel dibattito pubblico in Inghilterra e fuori. Il premier Renzi aveva dedicato a Charlie Gard un intervento su Facebook, mentre tante erano state le discussioni etiche e mediche sul comportamento migliore da adottare. I coniugi Gard hanno lottato a lungo affinché non venisse negata l’ultima seppure remota chance al proprio figlioletto, ma alla fine la paura di un accanimento terapeutico che avrebbe solamente allungato le sofferenze del bambino devono aver prevalso, portandoli a questa drammatica decisione di rinunciare al viaggio in America. I genitori hanno annunciato la volontà di dare vita a una Fondazione che con le donazioni raccolte in favore del bambino per far sì che non ci siano più altri Charlie Gard.