“Chi ama brucia – Discorsi al limite della frontiera”: Trama dello spettacolo

Uno spettacolo teatrale che racconta luci e ombre dei Centri di Identificazione ed Espulsione

Chi ama brucia. Discorsi al limite della frontiera è uno spettacolo della Compagnia teatrale Ortika, scritto da Chiara Zingariello e Alice Conti che lo porta in scena e ne cura la regia.

LA GENESI 

Lo spettacolo nasce in seguito alla stesura di una tesi di laurea in antropologia di Alice Conti, attrice di teatro. In seguito ad alcune interviste, effettuate all’interno del Centro di identificazione ed espulsione di Torino, l’attrice e la sua compagnia sentono l’esigenza di dare voce a un luogo colmo di contraddizioni e problematiche spesso nascoste.

Lo spettacolo è lanciato il 30 novembre del 2014 e continua ad essere richiesto in tutta Italia. Ha vinto diversi premi su tutto il territorio: Anteprima 2014, (PI); menzione giuria Scandalo! 2014, (BZ); Direction Under30 2014, (RE); Premio Giovani Realtà del Teatro – Giuria Giornalisti 2014 (UD); Festival 2030 2015, (BO) e selezione INBOX 2017.
Il team che porta in scena lo spettacolo é così composto: regia e recitazione di Alice Conti; testo di Chiara Zingariello; disegno luce, audio, scene e grafica di Alice Colla e i costumi di Eleonora Duse.

TRAMA E TEMATICHE 

La protagonista è una crocerossina, il personaggio è ispirato da una donna realmente intervistata. L’infermiera ricorda i soldati delle S.S, in bilico tra ragione e follia, senza carattere, nati per impartire e dare ordini non domandandosi nulla. Un’ora e più di monologo in cui il personaggio femminile mostra realtà e contraddizioni di questi luoghi al limite della frontiera. Grande la capacità dell’attrice Alice Conti di passare dal riso alla disperazione, restituendoci un personaggio macabro e surreale. L’unica interazione a cui si assiste è con gli oggetti circostanti, le voci dei reclusi alla radio e quella imponente della direttrice che, come un Duce, ristabilisce l’ordine attraverso un’invisibile presenza. La scena è scarna ed essenziale, proprio come le celle dei reclusi e i CIE stessi; luoghi nascosti e asettici.

spettacoloAliceConti

IL GRUPPO ORTIKA 

Ortika è un gruppo informale e nomade che nasce nel 2011, è composto da artiste diverse che provengono da Torino e Rovereto. La compagnia auto – produce spettacoli legati a tematiche sensibili e vicine alla comunità, reinterpreta il contemporaneo e quello che ci circonda in chiave fisica, visiva, musicale e tragicomica. Sulla pagina del gruppo possiamo leggere: “Cerchiamo di rendere quotidiano ciò che è esotico ed esotico ciò che è quotidiano”. Il teatro che portano in scena è quello dell’inclusione sociale, un mezzo utile alla riflessione e al cambiamento. Vengono messi in scena spettacoli che sviscerano la realtà, documentandola ma attraverso situazioni surreali portate allo stremo delle conseguenze, sempre con ghigno di sottofondo che lascia attoniti.

Tra i collaboratori citiamo: Veronica Lucchesi – attrice e cantante; Greta Canalis – restauratrice di bambole; Giuseppe Cipriano – scenografo; Elia Pedrotti, Nicola Boursier, Davide Franchini, Daniele Turconi, Lorenzo Zanghielli – musicisti; Giuseppe Glielmi, Luigi Zoner, Umberto Terruso – videomaker; Francesco Zanet, Anna Paola Montuoro, Elisabetta Brian – fotografi.
Ci hanno offerto la loro complicità e i loro spazi per studiare e provare in diverse città italiane: Spazio Off a Trento, Cap10100, La Tana, Circolo Oltrepo’, Lapsus Club, Cavallerizza Reale Liberata a Torino, Artea a Rovereto, LAB121 a Milano, Mamimò, Reggio Emilia e Teatro Rossi Aperto a Pisa.

Gli spettacoli che ancora oggi stanno girando in Italia sono: “On incompleteness of life”, installazione site specific per otto performer e una cantante lirica; “Amy & Blake: Concerto per le ultime parole d’amore”, spettacolo musicale sulla dipendenza dedicato a Amy Winehouse; “Chi ama brucia. Discorsi al limite della Frontiera”; “ERINNI. O del rimorso”, sul tema della depressione, la Cosa Brutta (David Foster Wallace).

COSA SONO I CIE?

I centri di identificazione ed espulsione, prima nominati CPT ovvero centri di permanenza temporanea, sono strutture previste dalla legge al fine di trattenere, a seguito di un provvedimento, stranieri in attesa di accompagnamento obbligato alla frontiera e dunque al rientro in patria. E’ una prigione per coloro che non hanno commesso nulla ma che semplicemente aspettano di rientrare nel loro paese o di avere i documenti per restare sul territorio Italiano. E’ una vera e propria detenzione di individui che però non hanno violato niente. I detenuti, infatti, vengono chiamati ancora oggi ospiti eppure subiscono le medesime restrizioni delle Case Circondariali.

I CIE ad oggi presenti sul territorio nazionale sono cinque e si trovano a Roma, Caltanissetta, Torino e Trapani. Questi centri sono diffusi in tutta Europa, nascono con l’attuazione di una politica migratoria comune degli stati dell’UE, firmata nel 1995 e costituita dagli accordi di Schengen. Il 6 marzo 1998 viene così firmata in Italia una norma che va ad integrare la gestione dei flussi migratori; la legge Turco-Napolitano, in seguito alla quale sorgeranno i primi CPT.

Sono molte ad oggi le polemiche in merito ai CIE; realtà che come ci racconta bene Alice Conti, con il suo spettacolo, sono surreali, colme di contraddizioni, con un personale spesso incompetente e non adatto all’incontro umano di persone pulite ma in stato di reclusione. Sono luoghi claustrofobici che inducono alla pazzia e alla depressione coloro che non lo sono. Una città nascosta nella città, di cui pochi cittadini italiani ne sono a conoscenza. Un luogo segreto, riempito da persone che vengono spogliate di patria e storia e che non hanno commesso nulla, se non la ricerca di un futuro migliore.