Sono molti i musicisti italiani che meritano di essere ascoltati e riascoltati, tra questi Ezio Bosso, compositore, pianista e direttore d’orchestra. Ezio Bosso è nato a Torino nel 1971 ed ha iniziato già da bambino a interfacciarsi al mondo della musica. Suona il pianoforte e si esercita per tutta l’infanzia e l’adolescenza fino al suo preoce esordio a sedici anni come solista in Francia e nel resto d’Europa, richiestissimo dai principali teatri europei.
Ezio Bosso a cavallo tra gli anni ’90 ed il 2000 dirige le orchestre più famose d’Europa tra cui quella londinese della London Symphony e l’Orchestra di Santa Cecilia.
Chi è Ezio Bosso: la malattia e la paralisi
Operato nel 2011 per la rimozione di una neoplasia al cervello sviluppa una malattia neurodegenerativa che lo porterà a non cordinare più i movimenti del corpo. Ha detto il pianista in un’intervista del 2013 a La Stampa:
A un certo punto avevo perso tutto, il linguaggio, la musica: la ricordavo, ma non la capivo. Suonavo e piangevo, per mesi non sono riuscito a far nulla. La musica non faceva parte della mia vita, era lontana, non riuscivo ad afferrarla. Ho scoperto così che potevo farne a meno. E non è stato brutto. È stato diverso, è stata un’altra esperienza. Ho imparato che la musica è parte di me, ma non è me. Al massimo, io sono al servizio della musica
Non trattandosi di SLA, è riuscito a riacquistare la coordinazione e ritornare a suonare ed emozionare com’è successo in diretta al Festival di Sanremo 2016. Si legge sempre nell’intervista che la malattia l’ha portato a rivalutare la disabilità e ad uscirne, almeno psicologicamente.
Ezio Bosso, Opere e Lavori
Il pianista e compostore torinese ha scritto musica per sinfonie, duo, trio, quartetti per archi, musica vocale, balletto, opera e teatro. Attualmente risiede a Londra perche in Italia la sua fama da compositore di colonne sonore per film l’ha lanciato ma inchiodato ai suoi primi lavori.
Per il cinema, infatti ha ottenuto diversi riconoscimenti come il David di Donatello per il suo contributo a Io non ho Paura e Il Ragazzo Invisibile di Gabriele Salvatores.